News e Cronaca

Stefania Noce: uccisa a coltellate dal suo ex fidanzato

Un amore che finisce, la rabbia, la non rassegnazione: tutto questo è accaduto nella vita di Stefania Noce, uccisa ieri dal suo ex fidanzato che non ha mai accettato la fine della loro storia.


Un nuovo delitto passionale, un nuovo caso di violenza sulle donne. Questa volta a pagare, con la propria vita, è una ragazza di soli 24 anni di Catania. Si chiamava Stefania Noce. E’ stata uccisa per motivi passionali a Licodia Eubea, in provincia di Catania. A compiere il terribile gesto è stato il suo ex fidanzato: un giovane di 24 anni, Loris Gagliano. Il giovane, da quanto si apprende, non si rassegnava alla fine della relazione sentimentale e avrebbe ucciso a coltellate, oltre che l’ex fidanzata, Stefania Noce, anche il nonno della ragazza, Paolo Miano, di 71 anni. Nello scontro sarebbe rimasta ferita anche la nonna della ragazza, moglie della vittima, una donna di 60 anni, ricoverata con ferite da taglio al torace ma non in pericolo di vita. Il giovane è ora ricercato dai carabinieri. Sul web un blog ricorda Stefania, scrivendo che “non si può morir d’amore”. Riportiamo uno stralcio del post.

“Ci sono cose che arrivano in faccia come uno schiaffo sul viso ghiacciato. Ci lasciano così. Sbigottiti. Inermi. Ecco come mi sento. Da poco ho saputo, casualmente, che non ci sei più. Che i tuoi capelli nero corvino, che arricciavi in uno spillone il giorno che ti ho conosciuta, sono sporchi di sangue. Non riesco a immaginarti. Distesa a terra senza respiro. Non riesco a far combaciare l’orrore della morte con l’immagine che ho di te. La ragazza dalla pelle bianca, timidamente sorridente, attenta, generosa. Quella che mi ha prestato i suoi appunti per studiare. Quegli appunti che adesso mi restano qui sul tavolo, segnati col tuo nome Stefania Noce  in una grafia piccola e pulita, e che non ti potrò tornare. Eri davvero così: pulita, semplice, immediata. Nelle poche volte che ci siamo visti. In quella in cui ti ho riaccompagnata nella tua casa catanese. Mi sembra di vederti ancora scendere col vestito viola e salutarti mentre tu ti scusavi del disturbo che pensavi di avermi dato. Eri sensibile e delicata. Pretendevi molto da te stessa: come quando ti sei alzata in piedi e hai consegnato il compito e con l’onestà di chi è forte e alla professoressa che ti guardava stranita hai detto “che non ti sentivi adeguatamente preparata” e ti saresti ripresentata, nonostante le settimane che avevi speso sui libri assieme a noi. Eri davvero una bella persona Stefania  Come il mondo ne fa poche. E a soli ventiquattro anni non si può morir d’amore. Ma quello non è amore sai? Quella è solo rabbia cieca, violenza, stupidità disumana.  Quella è la bestia nel cuore di ognuno di noi, che tu hai dovuto affrontare da sola, faccia a faccia, disarmata. E tu eri solo una ragazza come tante: troppo innamorata per capire che al tuo fianco per tante notti aveva dormito un mostro”.

 



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