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Bologna, il suicidio di un altro imprenditore in crisi

Purtroppo nella stessa giornata la notizia di un altro suicidio, di un altro imprenditore che si è impiccato, questa volta a Bologna. Il Presidente di Confcommercio chiede alle istituzioni una soluzione per bloccare la disperazione


Questa mattina la notizia di un agente immobiliare di Vicenza che si era impiccato ad una giostra nel parco, poi il tentato suicidio nello stesso modo di un altro imprenditore a Lecco, salvato dalla figlia quindicenne che l’ha tenuto sollevato fino all’arrivo della madre. Stasera giunge purtroppo la notizia dell’ennesimo suicidio di un altro imprenditore schiacciato dalla paura di non riuscire ad andare avanti.

Un altro suicidio e ancora una volta nello stesso modo, così è morto un commerciante che a Bologna aveva un negozio di articoli casalinghi. L’uomo si è impiccato nel retrobottega, aveva 48 anni e lascia una famiglia disperata per il folle gesto.

Ormai sembra tragicamente scontato ripetere i motivi che conducono i piccoli imprenditori al suicidio, anche se il Procuratore aggiunto Valter Giovannini, portavoce della Procura, ha così commentato l’ennesimo dramma: “In questo momento non è possibile formulare nessuna ipotesi sui motivi del gesto”. Ma il biglietto ritrovato accanto al suo corpo privo di vita, le sue ultime parole rivolte ai familiari e le confidenze fatte ad alcune persone sui problemi economici sembrano dare sempre la stessa conferma. Inoltre il commerciante questa mattina aveva avuto una accesa lite con alcuni condomini, così grave da fare intervenire una volante. Il motivo del litigio riguardava proprio il suicida che non aveva pagato una rata del condominio e che confermava di non essere in grado di saldare il debito perché già oppresso da altri ben più consistente, ovvero una cartella esattoriale di Equitalia da 20mila euro.

Dopo il suicidio di Bologna il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha detto: “Si evitino polemiche e strumentalizzazioni, ma questi episodi così drammatici sono il segno di quanto la recessione stia mettendo in ginocchio le imprese, soprattutto quelle che vivono di domanda interna. Episodi che testimoniano la disperazione di quegli imprenditori che non riescono più a vedere una prospettiva diversa rispetto a quella della chiusura della propria attività. Ed è altrettanto evidente che questi suicidi ci interrogano sulla necessità di dare risposte concrete e tempestive per contrastare la stretta creditizia, velocizzare il pagamento dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni e ridurre la pressione fiscale”.



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