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Ecco l’articolo che ha portato in carcere Sallusti (Leggi)

La storia dell'aborto della 13enne che ha fatto condannare Sallusti.


Vediamo insieme la storia che ha portato in carcere Sallusti, che inizia nel 2007. Siamo a febbraio, e in un ospedale di Torino una ragazzina di soli 13 anni – conosciuta con il nome di Valentina per tutelare la sua privacy – si sottopone ad un intervento chirurgico per abortire. La giovane era stata messa incinta da un suo fidanzatino, all’epoca dei fatti quindicenne. La notizia finisce su molti giornali: si parla di una scelta dolorosa, quella della 13enne, suggerita dalla madre. Ma Libero, il quotidiano diretto da Sallusti, ci va giù pesante, accusando i genitori della ragazzina e anche il giudice che avrebbe espresso parere favorevole all’aborto della giovane mamma. Prima di entrare nel dettaglio raccontiamo la storia di Valentina: è una ragazza orfana, adottata in Italia da due coniugi all’età di 8 anni. Prima dell’arrivo in Italia subisce violenze nei vari istituti. Qualche anno dopo l’adozione i genitori adottivi  si separano.

La ragazza  passa da una sbornia a un abuso di ecstasy fino al fatto che l’ha resa nota: resta incinta di un ragazzino di 15 anni. Non si sa se lei voleva o meno tenere il bambino, probabilmente si, ma la circostanza non è chiara. In ogni caso, la madre prende in pugno la situazione e la convince a firmare  i moduli per la richiesta. Dopo l’aborto la ragazzina ha un grave crollo psicologico, e viene ricoverata per esaurimento nervoso. Finisce in Neurologia. Ma la ragazza non sembra stata costretta dai genitori ad abortire e tantomeno il giudice avrebbe obbligato la giovane ad interrompere la gravidanza. «Siamo intervenuti – chiarisce l’ ufficio del giudice tutelare di Torino – perché i genitori sono separati e il padre non era informato. Sul piano legale, questo caso così doloroso è uguale a quello di qualsiasi minorenne che voglia interrompere la gravidanza senza il consenso dei genitori: valutiamo la situazione, i suoi motivi, e se sono validi la autorizziamo a decidere autonomamente».

La versione di Libero è diversa: si dice che la ragazza è stata costretta da giudice e genitori a vedersi estirpare il neonato che portava in grembo. E il giornalista va giù pesante, dicendo che ci vorrebbe la pena di morte per chi fa questo.

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