Attualità Italiana

Riina, minacce dal carcere: pm Di Matteo deve morire

Totò Riina continua a far paura anche dal carcere. Arrivano minacce indirizzate al pm Di Matteo: "deve morire, mi stanno facendo impazzire"


Totò Riina anche dal carcere continua ad essere una minaccia e a preoccupare. Questa volta Riina ha espresso delle volontà ben precise: “il pm Di Matteo deve morire, e con lui tutti gli altri“. “Mi stanno facendo impazzire“, avrebbe detto Riina ad un compagno di carcere, e le sue parole sono state udite da un agente della polizia penitenziaria in servizio in quel momento. Le micacce dal carcere di Totò Riina arrivano a seguito dell’ultima udienza del processo, nell’ambito del quale si stanno analizzando tutti i dialoghi segreti intercorsi tra mafia e Stato.

Totò Riina, capo di Cosa Nostra, non ci sta e così arrivano le sue minacce dal carcere. “Quelli lì devono morire, fosse l’ultima cosa che faccio”. E le sue parole di uomo senza scrupoli non possono che destare preoccupazione. E così è allerta a Palermo, tanto che si è riunito il comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto da Francesca Cannizzo, il prefetto. E’ accaduto lunedì pomeriggio, quando è stata presa questa decisione dettata dall’urgenza di risolvere la cosa senza che nessuno rimanga ancora vittima della mafia. Ora si teme per le sorti del pm Di Matteo, il principale obiettivo di Riina. Cosa ne sarà di lui? Quali saranno le decisioni riguardo la sua situazione? Attualmente si valuta anche una presa di posizione drastica, ovvero il trasferimento del pm Di Matteo in una località segreta, al fine di garantirne l’incolumità. Con lui si trasferirebbe anche la famiglia, anch’essa in pericolo a seguito delle minacce. Il pm si trova nella stessa situazione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1985. Nel corso dell’estate i due giudici con le rispettive famiglie furono trasferiti all’Asinara, dove soggiornarono per circa un mese al fine di salvaguardarli.

Avranno un seguito le minacce di Totò Riina? Non ci è dato saperlo. Sta di fatto che con la mafia non si scherza, e prevenire è meglio che curare.



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