News e Cronaca

Governo, Letta mantiene la parola: abolisce il finanziamento pubblico ai partiti

I tweet sono chiari, e mentre il cdm è in corso arriva la voce sperata: è stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti, Letta ha mantenuto la parola


Questa mattina Letta ha annunciato su Twitter che sarebbe stato abolito il tanto chiacchierato finanziamento pubblico ai partiti, ed intende essere di parola. Ha così cinguettato: “Avevo promesso ad aprile abolizione finanziamento pubblico partiti entro l’anno. L’ho confermato mercoledì. Ora in cdm manteniamo la promessa“. Il consiglio dei ministri è in corso e alcune notizie già trapelano sul web.

Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello con un tweet ha confermato l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: “Una è andata: abolito il finanziamento pubblico ai partiti! Ora avanti con riduzione del numero dei parlamentari. Ecco i fatti“. Neanche il vicepremier Angelino Alfano fa mancare la sua voce e cinguetta: “In Cdm abbiamo appena abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Per decreto. Impegno mantenuto!“.

Dunque nonostante il cdm sia ancora in corso, pare proprio che, caso strano, i politici siano stati di parola eliminando una delle ingenti spese dello Stato, ovvero il finanziamento pubblico ai partiti. Era stato lo stesso Renzi a portare avanti in maniera ferma questo punto nel corso della campagna per l’elezione del nuovo segretario del Pd, e a quanto pare lui e Letta sono sulla stessa lunghezza d’onda al riguardo. Sta di fatto che il Governo si trova ad affrontare ore difficili, il malcontento generale sta sfociando nelle piazze, nelle scuole e nelle università più forte che mai, complice l’urlo dei forconi che non ci stanno a questa politica.
E proprio oggi lo sciopero dei forconi arriva nella Capitale per “mandare a casa questa classe politica” che sta affossando il Paese. Forse qualcosa comincia a muoversi… o sarà solo l’ennesimo contentino dato agli italiani per placarli per un po’? Ora quello che si auspica è una diminuzione delle tasse, dei parlamentari e soprattutto dei loro privilegi e stipendi. Letta, ce la possiamo fare?


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