Attualità Italiana

Altea, la mamma di Andrea De Nando le scrive una lettera, le ultime notizie

La mamma di Andrea De Nando, Elisabetta Cipolloni, scrive una commovente lettera per la morte di Altea, la scout uccisa.


Elisabetta Cipollone è la madre di Andrea De Nando. In molti ricorderanno la sua storia: si stratta del ragazzo rimasto vittima di un incidente stradale il 29 gennaio del 2011, a soli 15 anni. Il giovane venne travolto a Peschiera Borromeo, davanti all’oratorio della parrocchia, mentre stava attraversando la strada per tornare a casa. Abbiamo deciso di riportare anche noi la lettera che la mamma di Andrea ha scritto per Altea, la scout di soli 17 anni travolta domenica scorsa da un suv, durante un’escursione in bicicletta. Ieri ci sono stati i funerali della giovane, tra la commozione e la rabbia di tutti, per una vita spezzata così, a 17 anni. Riportiamo di seguito la lettera della mamma di Andrea De Nando, pubblicata anche da Tgcom24.

Sono la mamma di Andrea De Nando, morto ammazzato circa due anni fa da una vettura che procedeva a folle velocità in pieno centro urbano. Perdonatemi per questa ennesima esternazione, ma proprio non riesco, non ce la faccio, non posso tacere di fronte a questo ennesimo delitto, di fronte a questa giovanissima vita spezzata che aveva tutto il futuro nelle sue mani e occhi meravigliosi per guardare un mondo che le ha voltato le spalle.

Sto parlando di Altea, ennesima vittima della strada ed ennesima vittima della scelleratezza alla guida altrui. Altea è morta ma chi ha ammazzato veramente Altea? Davvero possiamo attribuire tutte le colpe a quell’individuo che incurante se n’è infischiato altamente delle regole del Codice della Strada e si è permesso il lusso di guidare il suo Suv assassino con un tasso alcolemico 3 volte superiore al consentito? Facciamoci delle domande e che lo stato e le istituzioni ci diano delle risposte!

Altea è morta e chi ha reciso la sua giovane vita è tornato a casa sua, come chi ha ammazzato Andrea e mille altri Andrea. Ogni due ore una persona perde la vita sull’asfalto. Sì, ogni due ore. Mi chiedo, e credwetemi mi sento stupida nel chiedermelo, se quella benedetta legge sull’omicidio stradale fosse stata approvata e applicata, se davvero fosse stato chiaro a tutti che non ci si può permettere di mettersi alla guida non rispettando le regole, né tantomeno si può guidare in stato psicofisico alterato e che se lo fai e facendolo ammazzi o rendi invalida una o più persone c’è la galera, sicura come sicura è la morte che hai provocato, e che in galera ci vai e ci resti da un minimo di otto anni fino adun massimo dI 18 anni, e che con la tua patente puoi farci i coriandoli per carnevale.

Mi chiedo: se tutto ciò fosse stato, forse, anzi, molto probabilmente Altea oggi sarebbe ancora viva come mio figlio, come altri 5000 altri esseri umani, e altre 20.000 persone potrebbero continuare la loro vita senza essere rese disabili gravi per sempre. Conosco già l’epilogo di questa tragedia, un processo sommario, un patteggiamento quasi sempre accettato, una pena irrisoria che con i vari riti premiali si riduce quasi sempre al nulla. E perché a noi non è concesso nessuno sconto e nessun patteggiamento? Avrei dato volentieri la mia vita in cambio dì quella di mio figlio, avrei respirato io volentieri per l’ultima volta pur di lasciare respirare lui per tutti gli anni meravigliosi che avrebbe avuto diritto di vivere .

E le nostre vite? E le vite dei figli rimasti, le giovani vite degli amici di quella giovane che ho sentito straziarsi in televisione ricordando Altea? Quando si renderanno conto che a fronte di un omicidio nulla o quasi nulla sarà pagato? Cosa racconteremo loro a quel punto? Diremo, bene ragazzi per la legge italiana alla fine, la vita di una persona vale un tot di mesi, sì un tot di mesi. L’omicida ha patteggiato la pena, poi sai siccome era incensurato ha anche diritto alla condizionale… diritti, diritti,diritti, sempre e solo diritti .. Dei colpevoli però.

E noi genitori quali diritti abbiamo? Credo neppure il diritto di dire la nostra opinione in aula, nulla. Abbiamo solo il diritto di soffrire e di morire dì una morte lenta però; la morte di una sopravvivenza a un dolore che fa paura solo a nominarlo: la morte d un figlio. Allora se alla fine chi ha ucciso i nostri figli non farà mai un giorno di reclusione, quanto varrà la loro vita in termini penali? Zero, varrà zero come i giorni di galera che chi li ha uccisi farà. Se non c’è una giusta punizione ci sarà mai una deterrenza per chi interrompe la vita altrui?

Guardate la foto di quella ragazza, di tutte le vite spezzate sull’asfalto: perché chi ha reciso il loro futuro per totale non rispetto delle regole deve continuare la propria vita indisturbato? Perché? Perché la giustizia tentenna in caso di incidenti stradali che alla fine sono omicidi veri e propri? Allora che sia data una pena certa, immediata, effettiva, e che sia approvato anche con decreto d’urgenza la legge sull’omicidio stradale perché solo così potremo nuovamente guardare chi è rimasto negli occhi e dirgli “forse tutto il sangue versato sulle nostre strade non è stato vano, forse da qui si può ripartire per dare un valore al bene più prezioso che esista: la vita”.

Ciao Altea spero tu sia ora in un luogo dove non esiste sofferenza.

Elisabetta Cipollone, mamma di Andrea De Nando

Vi ricordiamo che le ultime notizie su questi casi di cronaca potete seguirle, aggiornate quotidianamente, anche via Facebook, cliccando qui.



Seguici

Seguici su

Google News Logo


Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.