Attualità Italiana

La confessione di Impagnatiello: “Così ho ucciso Giulia”

Oggi un aula, Alessandro Impagnatiello ha raccontato come ha ucciso Giulia Tramontano. Un anno dopo la sua versione dei fatti

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E’ il giorno di Alessandro Impagnatiello in aula. Un anno fa, nella casa di Senago, l’uomo uccideva Giulia Tramontano, colpendola più volte causando anche la morte del piccolo Thiago, il bambino di sette mesi che la ragazza aveva in ventre. Oggi, Impagnatiello, in aula racconta la sua versione dei fatti e spiega che cosa è accaduto il giorno in cui Giulia è tornata a casa dopo aver incontrato la sua amante ( la ragazza con la quale da tempo aveva una relazione parallela). Nega di aver premeditato. Nega di aver cercato di uccidere Giulia con il veleno: glielo ha dato ma solo perchè voleva farla abortire.

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Impagnatiello racconta cosa è successo in casa dopo il ritorno di Giulia

In aula oggi a Milano, Impagnatiello ha ricordato cosa è successo in casa. E’ la sua versione dei fatti chiaramente. Spiega ai giudici: “Giulia è entrata in casa e c’era un clima distaccato. Abbiamo parlato un quarto d’ora senza toni accesi. In quel momento lì non potevo trovare più giustificazioni, non potevo più trovare altre verità. Giulia era la mia vita, mi disse che se ne sarebbe andata via di casa, che sarebbe tornata a Napoli e che io di quel bambino non avrei mai più avuto notizia, non avrei mai saputo se avesse avuto gli occhi chiari o castani. Tirava fuori la realtà dei fatti nel confermarmi che la nostra relazione era finita e che non avrei mai visto il bambino. Così, ha distrutto definitivamente ogni mia ancora di salvataggio, ogni appiglio a cui potere aggrapparmi“.

Con queste parole Impagnatiello, sembra quasi voler dare la colpa a Giulia, per la sua reazione, per averlo portato a compiere quell’azione.

Giulia Tramontano
Giulia Tramontano uccisa da Alessandro Impagnatiello


Dalla doccia all’omicidio: le parole di Impagnatiello

Rispondendo al Pm, che ha chiesto a quel punto che cosa ha fatto, Impagnatiello aggiunge: “Andai di nuovo in doccia, siamo intorno alle 19.20-19.25. Poi, cercai di mangiare qualcosa, un panino, qualcosa di pronto. Non avevo appetito era soltanto per tenermi occupato. Ho lasciato spazio a Giulia in cucina, lei era in camera da letto, erano le 19.35. Io ho girato per casa, poi mi sono stabilizzato in sala. Giulia stava preparando qualcosa per sé, io ho udito un piccolo lamento, stava tagliando un pomodoro: si era fatta male a un dito. In un cassetto nella parte bassa della sala c’erano i cerotti e lei è andata verso quel cassetto. Le ho domandato cosa si fosse fatta, non mi ha detto nulla. Continuava a non rispondermi come se non esistessi, era ciò che lei provava in quel momento. Ero invisibile ai suoi occhi. Mentre lei era abbassata verso il cassetto, io ero in piedi. Sono rientrato in cucina e ho visto che c’era un coltello. Mi sono posizionato immobile alle spalle di Giulia in attesa che si rialzasse. L’ho colpita“.

Dopo una breve pausa, l’assassino di Giulia Tramontano ha aggiunto: La colpii al collo. Non ho mai saputo quanti fossero i fendenti, l’ho saputo da un servizio televisivo. Il numero dei colpi non sarà mai una informazione a me disponibile”.

Giulia Tramontano accoltellata in sala: il racconto di Impagnatiello

In aula, Impagnatiello, ha raccontato i momento dell’omicidio: “Ho accoltellato Giulia nella sala, davanti al mobile della tv. Era frontalmente verso di me. Tutto è avvenuto prima delle 20“. Il pm ha cercato di capire se Giulia ha cercato o ha avuto modo di difendersi. Impagnatiello ha risposto di no, non ce n’è stata l’occasione.

E poi quello che è successo dopo: “Dopo l’omicidio avvolto da uno strato di insensata follia, con azioni illogiche tentai di fare sparire il corpo di Giulia cercando di dare fuoco al cadavere nella vasca da bagno. Ho trascinato il corpo dalla sala alla vasca“. Dalla casa alla cantina, Impagnatiello oggi dice che forse cercava aiuto o forse sperava di essere visto. E aggiunge: Era come se una parte di me cercasse aiuto, cercasse di essere vista da qualcuno. Perché ho spostato il suo corpo attraverso quattro rampe di scale, in una palazzina abitata da molte persone. Era come se sperassi che qualcuno mi vedesse, un vicino di casa, qualcuno che portava la spesa, come se volessi che qualcuno mi fermasse, mi scoprisse“.

Eppure i Carabinieri sono andati in quella casa più volte a cercare Giulia, hanno parlato con Impagnatiello per ore. E il barman non ha mai detto nulla su quanto successo. Davvero sperava di essere scoperto?

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