Economia

Buoni fruttiferi postali, previsti rimborsi per i cittadini: ecco a chi spettano

Per alcuni buoni fruttiferi postali sono previsti dei rimborsi per i cittadini. Ecco cosa sta succedendo

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Cosa sta succedendo per quanto riguarda i buoni fruttiferi postali? Per chi sono previsti i rimborsi? A quanto pare Poste Italiane, in determinati casi, deve restituire una parte di interessi non versati ai risparmiatori, anche se dovuti. Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso febbraio la Cassazione, con una sentenza, ha reso legittima la possibilità di abbassare il tasso di interesse dei buoni fruttiferi postali, anche con effetto retroattivo. Questa decisione non è piaciuta ai risparmiatori. Scopriamo dunque cosa sta succedendo.

BUONI FRUTTIFERI POSTALI, ARRIVANO I RIMBORSI: COSA STA SUCCEDENDO?

Ad essere interessati dalla possibilità di ottenere un rimborso, sono i risparmiatori che hanno acquistato i titoli in questione dopo l’1 luglio 1986. Ma per quale motivo? A spiegarlo è l’avvocato Marisa Costelli, delegata dell’Associazione Konsumer Italia. Ha dunque detto che, entrando in vigore un decreto che modificava i tassi di interesse, Poste Italiane avrebbe dovuto adeguarsi a questo utilizzando dei moduli corretti. Nella realtà è accaduto che i moduli da utilizzare, quelli per la allora nuova serie Q, non sono stati utilizzati per tutti. Le Poste hanno continuato ad utilizzare i moduli relativi alle serie O e P, con dei tassi più elevati che nei fatti non potevano però più essere applicati.

Le Poste erano comunque autorizzate, per i buoni fruttiferi, ad utilizzare i vecchi moduli della serie P, ma non quelli della serie O. C’è un “ma”, perché i dipendenti avrebbero dovuto apporre due timbri, uno sul fronte e l’altro sul retro. Nel primo doveva essere presente la dicitura “Serie P-Q”, mentre il retro doveva riportare quelli che erano i rendimenti a 30 anni come stabilito dalla legge. Spesso le Poste hanno omesso tali timbri oppure li hanno apposti in maniera del tutto sbagliata. Dunque molti risparmiatori, allo scoccare dei 30 anni, hanno ricevuto un importo inferiore a quello che pensavano di aver pattuito. Grazie a tali mancanze da parte dell’azienda, l’avvocato di Konsumer è riuscita ad ottenere la vittoria dei suoi assistiti.

Dunque, considerando i buoni fruttiferi postali della serie P, sarebbe stato necessario utilizzare diversi timbri per i diversi tagli dei buoni (da 50mila lire a 50 milioni di lire). Per risparmiare, Poste Italiane ha invece utilizzato un solo timbro con gli interessi relativi ai primi 30 anni. Il rendimento successivo, invece, rimaneva nei fatti inalterato.

Tutto questo ha portato ad una pioggia di ricorsi che hanno portato la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione a definire la situazione relativa ai moduli dei buoni fruttiferi postali. Questi sono ritenuti dei contratti e dunque, per richiedere e ottenere il rimborso, bisognerà verificare sia la data che la serie. La serie O darà molto probabilmente la possibilità al risparmiatore di ottenere il rimborso. Quando si parla di serie P, bisogna verificare la presenza o meno dei timbri di cui vi abbiamo parlato prima, spiegati dall’avvocato.



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