Politica

Beppe Grillo: “Gli italiani indifferenti, altro che rivoluzione”

In diverse aree del pianeta, la situazione politica e sociale è incandescente. In Algeria, Tunisia, Egitto e Albania, il popolo scende in piazza contro il governo per chiedere un cambiamento radicale. I cittadini sono stufi delle loro pseudo-democrazie, che hanno creato solamente disuguaglianza e fatto esplodere la corruzione. Morti, feriti, censure, arresti. La situazione è […]


beppe grillo

In diverse aree del pianeta, la situazione politica e sociale è incandescente. In Algeria, Tunisia, Egitto e Albania, il popolo scende in piazza contro il governo per chiedere un cambiamento radicale. I cittadini sono stufi delle loro pseudo-democrazie, che hanno creato solamente disuguaglianza e fatto esplodere la corruzione. Morti, feriti, censure, arresti. La situazione è tragica, nei paesi sopra citati. Da una parte governi aggrappati al potere. Dall’altra cittadini desiderosi di una svolta a 360°, di una speranza di futuro.

E in Italia? Secondo Beppe Grillo, ciò che sta accadendo in queste aree del pianeta non è possibile nel nostro Paese. Perché? Nello stivale l’informazione è controllata, c’è il Vaticano, ci sono cittadini inetti, ci sono le mafie. “L’Italia sembra un castello pietrificato – scrive il comico sul proprio blog. – Un coniglio ipnotizzato dal serpente”.

“La nostra stabilità (immobilità?) – scrive ancora Beppe Grillo – assomiglia a quella di chi, cadendo nelle sabbie mobili, chiude gli occhi ed evita il più piccolo movimento per rallentare la sua fine. Non grida aiuto, non cerca appigli, semplicemente affonda. I motivi per spiegare questo comportamento ci sono. Così numerosi da riempire un’enciclopedia: l’invecchiamento della popolazione (gran parte degli italiani dovrebbe scendere in piazza con le badanti), la massoneria, le mafie, l’informazione sotto controllo e pilotata (sia a destra che a sinistra), l’occupazione americana con le sue cento basi, il Vaticano, la mancanza assoluta di una classe dirigente… Queste e altre ragioni non sono però sufficienti per giustificare l’indifferenza degli italiani“.



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