Politica

Precari in piazza: il nostro tempo è adesso

“Il nostro tempo è adesso”. Questo lo slogan scelto per la grande manifestazione, anzi per le manifestazioni, che oggi  9 aprile 2011 si tengono in moltissime piazze italiane e non solo. Questa volta sono i precari a far sentire la propria voce. Con loro anche Cgil, Popolo Viola, I Verdi, Partito Democratico, Italia dei Valori,  […]


Il nostro tempo è adesso”. Questo lo slogan scelto per la grande manifestazione, anzi per le manifestazioni, che oggi  9 aprile 2011 si tengono in moltissime piazze italiane e non solo. Questa volta sono i precari a far sentire la propria voce. Con loro anche Cgil, Popolo Viola, I Verdi, Partito Democratico, Italia dei Valori,  i sindacati della scuola e tanti altri. Tutti a dire no al precariato.

A Roma la manifestazione è partita da Piazza della Repubblica e sta arrivando al Colosseo, ma sono migliaia i giovani in piazza anche a Milano, Firenze, Napoli, Torino, Palermo, e addirittura Washington e Bruxelles. Secondo Gianfranco Mascia del Popolo Viola l’obiettivo di oggi è protestare perché i ragazzi di oggi sono i primi per i quali l’articolo 1 della Costituzione viene disatteso.

Oltre 45 mila i laureati che ogni anno lasciano l’Italia per trovare migliori condizioni all’estero. Un danno per il nostro Paese che secondo l’Ocse si aggira intorno ai 6 milioni di dollari.

Ciò che chiedono i precari è un cambio radicale, dice Ilaria Lani, sindacalista tra i promotori della manifestazione. I governi che si sono succeduti non avrebbero saputo dare risposte concrete al problema, ed è ora di cominciare a farlo.

A Torino i manifestanti hanno letto un appello per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per chiedergli “un lavoro sicuro che possa consentire un’esistenza libera e dignitosa”. La precarietà dovrebbe essere eliminata dalla legislazione e si dovrebbe trovare il modo di garantire la pensione a chi per anni non ha goduto della copertura previdenziale, dice Bonelli dei Verdi, anche lui in piazza a Roma. Nichi Vendola parla di una generazione derubata del proprio futuro e approfondisce il tema della precarietà nel mondo del giornalismo, che si traduce in “ ricattabilità”.

Quando saremo assunti saremo già vecchi”, con questo slogan si sono presentati i precari, vincitori di concorsi pubblici e mai assunti.

Giuseppe Procida



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