Politica

Giuliano Pisapia: è il trionfo di un uomo gentile

Milano – Non sono servite le affermazioni della vulgata Santanchè – Sallusti, che indicavano i sostenitori del “falso gentile sindaco”, Giuliano Pisapia, come pericolosi facinorosi. E nemmeno è servito lo sprezzo e il ridicolo del periodico di Comunione e Liberazione che definiva l’attuale sindaco di Milano l’Anticristo: il popolo sovrano ha sorvolato sulla campagna elettorale più […]


Milano – Non sono servite le affermazioni della vulgata Santanchè – Sallusti, che indicavano i sostenitori del “falso gentile sindaco”, Giuliano Pisapia, come pericolosi facinorosi. E nemmeno è servito lo sprezzo e il ridicolo del periodico di Comunione e Liberazione che definiva l’attuale sindaco di Milano l’Anticristo: il popolo sovrano ha sorvolato sulla campagna elettorale più velenosa, più sprezzante dell’ultimo ventennio ed ha deciso, Giuliano Pisapia sarà sindaco di Milano.

E questi suoi “seguaci” ieri, affollavano il teatro Elfo Puccini di Milano in attesa dello spoglio ma anche dell’imminente festa. E chissà come saranno sobbalzati i tanti Sallusti o Santanchè che li osservavano di nascosto: cellule impazzite in attesa della partenza per il Nepal, arruolati proprio da quei maoisti nepalesi che tendono imboscate dalle siepi. Ma la partenza aimè è rimandata anche a causa degli impegni settimanali dei bambini, del ricovero del nonno che ha un occhio che non vede, sempre più insofferente per età ma anche per carattere, la retta dell’asilo è già pagata così come il canone Rai. Perciò, procastinando la partenza ripiegano su ciò che meglio al momento li ripaga, ovvero Giuliano Pisapia.Tanti “bulgari” impazziti, che leccano gelati giganteschi (d’altra parte anche al raduno di Norimberga inghiottivano krauti), si aggiustano vestiti e capelli, sgridano il bambino che fa troppo chiasso, gonfiano palloncini arancioni, fanno pernacchie a Belpietro in collegamento video, ma sorpresa delle sorprese non prevedono di catturare prigionieri, almeno per il momento sussurra qualcuno nell’ombra.
Ci sono tutte le fasce più variegate dello strato sociale milanese: le signore ben vestite e curate, simili a Letizia Moratti, i ragazzi dell’Università, pop star dei tempi andati, giornalisti da grido e cognate miliardarie alternative in prima fila.

Quando le  prime proiezioni danno Pisapia al 50% e Letizia Moratti al 49%  alcuni mormorano: “Quegli stronzi dei grillini non sono andati a votare” è la cosa più cortese che si sente, mentre i risultati stratosferici di De Magistris infastidiscono ulteriormente i delusi : “ma come! Un arruffapopolo, un forcaiolo”.

E poi, mano a mano che lo scrutinio avanza, i commenti cambiano e si mormora: “Era dal 1975 che non vedevo questo entusiasmo”, se “Feltri fosse qui produrrebbe un editoriale sul ritorno degli anni di piombo”.

Alla fine, a scrutinio ultimato, arriva Giuliano Pisapia, quella stessa persona che aveva tanto impaurito le alte gerarchie del PD, ma che stasera si stipa sul palco a fare gli onori per la vittoria. Per loro, solo pochi mesi addietro, Giuliano Pisapia era inadatto, poi qualcosa ha scosso Milano, qualcosa è cambiato.
I sostenitori lo acclamano con cori come : “dai Giuliano, libera Milano. Lui ringrazia gentilmente e risponde con tono mite e pacato: “abbiamo sconfitto le menzogne con l’educazione e l’ironia, una cosa mai successa prima in una campagna elettorale”.
Poi invita tutti in piazza Duomo a festeggiare ma si raccomanda : ma non fate chiasso, non bloccate il traffico, siate gentili“. Per una volta ha vinto la mitezza, il meglio.



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