Le lettere d’amore di Manuela Cacco a Freddy: meravigliosa creatura mi manchi
Le lettere d'amore di Manuela Cacco a Freddy: meravigliosa creatura mi manchi. Ecco cosa scrive la tabaccaia dal carcere al suo Freddy
Mentre continua nelle aule del tribunale l’indagine dedicata all’omicidio di Isabella Noventa, con l’incidente probatorio, sui media arrivano le lettere d’amore che due delle persone indagate per l’omicidio della segretaria si sono scambiate nel corso degli ultimi mesi. Sono lettere d’amore tra Freddy Sorgato e Manuela Cacco, una delle ultime mostrate dalla trasmissione Chi l’ha visto e oggi sulla stampa nazionale, è datata 10 agosto e ci mostra come la tabaccaia non abbia mai dimenticato l’uomo della sua vita, un uomo per il quale probabilmente è finita in carcere, luogo dal quale difficilmente potrebbe uscire se le ipotesi dell’accusa saranno confermate e accolte dal giudice. Ma nelle lettere di Manuela Cacco non c’è spazio per Isabella, lei quella donna che avrebbe voluto portargli via il suo Freddy l’ha ormai dimenticata e pensa solo all’amore che guida le sue parole e la mano che la porta a scrivere al Sorgato frasi come “ti amerò per sempre”, “Mi manchi”, “sei una meravigliosa creatura”. Frasi che ancora una volta dimostrano che genere di rapporto morboso e di attaccamento potesse avere la Cacco nei confronti di Freddy, un uomo che però aveva anche un’altra donna, Isabella appunto.
“Noi due sempre insieme” scrive Manuela Cacco dimenticando forse di trovarsi in carcere con un’accusa gravissima, quella di omicidio. Lei che in questa storia ha sempre puntato il dito contro Debora Sorgato, quasi a voler togliere da ogni imbarazzo l’uomo che ama, l’uomo che le manca, l’uomo con il quale sogna ancora un futuro roseo.
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Intanto il tempo passa e i familiari di Isabella non sanno ancora che cosa ne è stato di lei. Che fine ha fatto il cadavere della donna? Questa mattina Freddy e Debora sono attesi in aula, pare che i due fratelli vogliano rilasciare delle dichiarazioni al magistrato. Vedremo che cosa diranno.
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