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Terremoto Giappone, è una punizione divina?

  Tagli ai fondi, il flagello nazionale del precariato nella ricerca, istituti meno bravi che ‘rubano’ i finanziamenti a quelli più virtuosi, i nostri ‘cervelli’ che scappano all’estero. Tutte queste sono cause che hanno generato lo stato attuale della ricerca in Italia. Ma non bisogna dimenticare che la storia spesso la fanno gli uomini. In […]


 

Tagli ai fondi, il flagello nazionale del precariato nella ricerca, istituti meno bravi che ‘rubano’ i finanziamenti a quelli più virtuosi, i nostri ‘cervelli’ che scappano all’estero. Tutte queste sono cause che hanno generato lo stato attuale della ricerca in Italia. Ma non bisogna dimenticare che la storia spesso la fanno gli uomini. In questo caso le persone addette al settore della ricerca. Come il vice presidente italiano del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) Roberto de Mattei.

Nelle ultime settimane sono rimbalzate dal Giappone, migliaia di notizie sul tremendo terremoto che ha causato uno tsunami e che poi ha causato un disastro nucleare. Naturalmente anche io, come tutte le persone che vogliono saperne qualche cosa in più, ho letto giornali, visto telegiornali, ascoltato trasmissioni radio, visitato siti e blog su internet. Tutto questo nel tentativo di farmi un opinione su ciò che è accaduto e che sta accadendo. Cercare di capire cos’è un terremoto, o uno tsunami o peggio ancora un problema di un reattore nucleare, non è cosa semplice per un addetto al settore, figuriamoci per uno come me laureato in lettere. Ma voglio ugualmente capire, allora ascolto il parere di esperti, scienziati e ricercatori, che molto spesso riescono, usando un linguaggio accessibile, a spiegare ciò che accade. Ricercando queste notizie, mi abbatto in Roberto de Mattei, vice presidente del CNR, e mi dico: “chi può spiegarmi meglio di lui”. Detto ciò ascolto con attenzione le sue parole. All’inizio stentavo a credere, forse ho capito male, pensavo. Invece no. Per De Mattei il disastro giapponese è la giusta punizione divina. Avete letto bene, il disastro è stata opera della divina provvidenza. Le sue parole non potevano essere più chiare: “ Le grandi catastrofi sono una voce paterna della volontà di Dio, che ci richiama al fine ultimo della nostra vita. Se la terra non avesse catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile, e non ricorderemmo che siamo cittadini del cielo”.

Ora non voglio, anche perché non ne avrei gli strumenti, impelagarmi in una discussione teologica che non porterebbe a niente, ma tutto ciò mi sembra assurdo. E’ vero che De Mattei è docente di Storia del Cristianesimo presso l’università europea di Roma, è anche vero che con i finanziamenti pubblici del Cnr ha organizzato convegni contro Darwin (sul quale tra l’altro è giusto discutere, ma senza partire dal presupposto della confutazione)e nessuno vuole mettere in dubbio la sua fede, ma credo che questa volta abbia esagerato. L’offesa non è solo per il popolo giapponese, ma anche per migliaia di credenti, come me, che hanno pregato per le vittime in nome di un Dio che Paolo di Tarso definiva Amore.

Tutto questo credo sia un po’ assurdo. Sembra il paradosso del Pangloss di Voltaire, che però era volutamente paradossale, mentre le parole dell’illustre scienziato sono vere. Fede e scienza possono anche camminare insieme, ma l’opinione di De Mattei è del tutto incompatibile con la carica che ricopre.

Per chi volesse ascoltare l’intervento è disponibile su youtube, eccovi il video:

NON DISPONIBILE

Fabio Sciulli



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