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Non può avere figli e crea un bambino immaginario, una bambola

Louise Keel è una donna che non può avere figli. E così ha pensato bene di creare un bambino immaginario, una bambola, per colmare questo vuoto


Incredibile storia quella che vede come protagonista una donna, Louise Keel, la quale non si è rassegnata al fatto di non poter avere figli e così ha deciso di crearne uno su misura, un bambino immaginario, una bambola. Luoise non si dà pace, e il mondo le è crollato addosso quando i medici le hanno espresso la sentenza: non può avere figli. Questa donna ha così pensato bene di creare un bambino immaginario, una bambola. Quest’ultima riproduce i tratti di un bambino in tutto, tanto da essere davvero molto simile ad un essere umano. Il nome del bambino immaginario è Bert.

Questa bambola è costata a Louise ben 2 mila euro, non poco, ma neanche tanto se si considera che ha lo scopo di colmare il vuoto che ha dentro, quello generato dal fatto di non poter avere figli. Ma le sorprese bizzarre non finiscono qui, perché questo bambino immaginario si “comporterà” in tutto e per tutto come un bambino vero, facendo da paggetto alla mamma in procinto di unirsi in matrimonio.

E così Louise Keel sta riversando tutto il suo affetto su questa bambola, che presenta una pelle in lattice, con occhi e capelli molto realistici, tanto da farla sembrare un bambino vero. A progettare il bambino immaginario fu proprio questa donna, distrutta dal fatto di non poter avere figli. Bert non è l’unico bambino immaginario di questa donna, che ne ha “adottati” altri due i cui nomi sono Leah -Rose e Cassidy -Anne. Due femminucce per completare la famiglia con altre bambole. In questo modo Louise riesce a far fronte alla sua sterilità. Si dedica a queste bambole come se fossero dei veri bambini. Mentre Bert farà da paggetto alla “mamma”, le due femmine resteranno a casa perché “ancora troppo piccole“.

Insomma, ormai non c’è più fine al peggio, tanto che questa donna si illude di avere dei figli occupandosi di bambole prive di verità e di emozioni. Cosa ne pensate?



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