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Sedicenne si suicida a causa di un videogioco: Call of duty lo istigava alla violenza

Un videogioco mortale lo istigava alla violenza. Questa la spiegazione data da qualcuno per il sedicenne suicida "a causa" di Call of duty


In Inghilterra, un sedicenne si suicida a causa di un videogioco. Callo f duty lo istigava alla violenza, questa la spiegazione data dal medico. Motivazione senza dubbio banale e semplicistica. Il medico ha rincarato la dose: “Call of Duty deve essere ritirato dal mercato perché è un videogame mortale”. Secondo lui, il gioco ha causato la morte di diversi adolescenti in Gran Bretagna. Il sedicenne William Menzies è morto suicida a causa di questo videogioco. Stando al medico che si è occupato del caso, non sarebbe il primo e nemmeno l’ultimo.

Il ragazzo si sarebbe tolto la vita a causa del senso di inadeguatezza e depressione provato durante le lunghe sessioni di gioco in multiplayer a Call of duty, uno sparatutto di guerra in prima persona. Il ragazzo era diventato dipendente da questo videogioco. Stesso discorso per Callum Verde, un altro ragazzo morto due anni fa, e diversi altri casi. Ecco ancora le parole del medico: “Non ho le prove che le morti dei ragazzi siano collegate al videogioco, ma ho intenzione di portare avanti le mie indagini”.

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Call of Duty è un gioco violento che crea dipendenza e istiga alla violenza, stando al medico. Il sedicenne è morto suicida ed era un ragazzo come tanti. Studioso, timido e appassionato di videogiochi. A trovarlo morto è stata la madre. Stabilire una connessione tra videogiochi violenti e suicidio è banale e semplicistica. Se così fosse, visti i molti giovani che fruiscono programmi e videogiochi violenti dovrebbero andare in giro per strada a commettere i peggiori crimini.

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Il suicidio è un atto che richiederebbe maggiore attenzione e un accento sulle cause trasversali. Sono in molti che giocano a Call of duty e se ci fosse una correlazione con la violenza, ogni giocatore sarebbe un potenziale criminale: non è così.

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