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Elena Cecchettin e il momento Mare Fuori/Violenza di genere: “Non si poteva fare di meglio?”

Elena Cecchettin non è la sola a far notare che il momento dedicato agli attori di Mare Fuori sulla violenza di genere a Sanremo 2024 aveva molto poco a che fare con quello che succede alle donne in Italia e nel mondo

elena cecchettin monologo mare fuori sanremo

Avete presente quando ieri sera, in apertura del suo Festival, Amadeus ci ha voluto far notare che avremmo dovuto parlare di altro e non di Travolta? Ci ha detto che c’era stato anche un bel momento con gli attori di Mare Fuori dedicato alla violenza di genere. Ecco forse Amadeus dovrebbe chiedersi come mai di quel momento se n’è parlato molto poco, persino gli amanti della serie lo hanno trovato ben al di sotto delle aspettative. Noi non ne abbiamo parlato perchè, come ha fatto notare anche oggi Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, dai social, si poteva fare decisamente di meglio. Il momento dedicato alla violenza di genere, con frasi fatte scritte tra l’altro da un uomo, un uomo che deve dire alle donne come comportarsi, cosa è giusto e cosa non lo è, con frasi banali che poco avevano a che fare con il reale problema della violenza contro le donne. Bhè Amadeus, te lo dice anche la sorella di Giulia Cecchettin perchè non c’è sembrato un momento degno di nota. A te sarà anche sembrato interessante, raffinato, giusto ma era invece totalmente sbagliato.

Elena Cecchettin critica uno dei momenti di Sanremo 2024 e ha ragione

«Le frasi ascoltate martedì su quel palco sono roba da Baci Perugina. E soprattutto sono frasi sull’amore. Ma l’amore non ha niente a che vedere con la violenza maschile». Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la studentessa veneziana di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta, l’11 novembre scorso, usa le parole della scrittrice Carlotta Vagnoli che sui social ha criticato la decisione di Amadeus di far leggere agli attori di Mare Fuori uno scritto di Matteo Bussola contro la violenza di genere. Elena, in una storia su Instagram, aggiunge: «Di un siparietto intriso di pinkwashing le vittime di femminicidio e 13 sopravvissute se ne fanno poco, sul serio non si poteva fare di meglio?». 

E ha più che ragione la femminista Carlotta Vagnoli a far notare che forse si poteva fare di meglio anzi, si doveva fare di meglio.

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