Roberta Rei ha perso suo figlio, oggi sarebbero stati 7 mesi: “Non avrei dovuto guardare”
Roberta Rei, il dolore più grande, ha perso suo figlio, oggi sarebbero stati 7 mesi ma oggi è anche il suo compleanno e spiega cosa è successo
Roberta Rei nel giorno del suo 40esimo compleanno decide di raccontare il periodo più difficile di sempre. Era incinta, non se lo aspettava, felice nonostante le ansie, Roberta Rei non ci aveva nemmeno pensato di potere avere un figlio e invece era accaduto. Una sorpresa meravigliosa, poi i primi mesi, superati i tre che fanno così tanta paura ha iniziato a dirlo a chi amava ma quel bambino non nascerà ami.
E’ un dolore lacerante e mentre Roberta Rei lo racconta lascia tutti senza parole e con un pezzetto del suo dolore, impossibile da colmare. Leggi anche da Le Iene il servizio di Roberta Rei, cos’è successo davvero a Wuhan tra censura e scomparse
Roberta Rei racconta del figlio che ha perso
“È stato il periodo più difficile di sempre – inizia così il post la giornalista de Le Iene – improvvisamente incinta, improvvisamente felice come mai nella vita. E chi se lo immaginava di sentirsi così, neanche ci pensavo io alla maternità”. Poteva essere il post più bello della sua vita, il regalo della vita per i 40 anni e invece è il più brutto.
“L’età avanza, ma non ci pensi? E perché?” quante domande inopportune si fanno. Ho superato i famosi tre mesi, quelli del “non dirlo, meglio aspettare”. E invece ai pezzi del mio cuore l’ho detto. Avevo registrato una serie di video della loro reazione che ho cestinato, ma tengo nella mente”.
Ma dopo i quattro mesi la natura ha scelto diversamente e per Roberta Rei è stato il dolore più grande. Un dolore che descrive come viscerale, quello più forte, mai provato.
“E poi tutto smette di avere senso, ma non sei tu a sceglierlo, è il tuo corpo che piange. Ma nessuno lo capisce. Ho visto quello schermo, quell’immagine distesa, come dormiente, non la toglierò più dalla testa. Non avrei dovuto guardare, non avrebbero dovuto farmi guardare” è terribile.
“Poi l’attesa di ore in ospedale perché ‘signora ci sono tante donne che stanno partorendo, il medico poi arriverà’. Io ho visto i loro volti felici, ho sentito i pianti di quelle creature che venivano al mondo. Erano dei coltelli che si infilavano nello stomaco. Era necessario? Me lo sono chiesta dopo tornando lucida. No”.
Roberta si rivolge a tutte le donne: “Se c’è una cosa che posso dire alle donne a cui succede e che custodiscono in silenzio questo dolore è che dovete abbracciarvi. E dovete chiedere aiuto. Io non ci sono riuscita subito. E a chi vi sta intorno dico abbracciatele sempre. Ci vuole tanto tempo per rimarginare questo tipo di ferite, datevelo questo tempo”.
Oggi sarebbero stati 7 mesi di gravidanza: “Si può essere fragili, non c’è da nasconderlo, anche questo ho imparato”.