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Mancini, l’ultimo abbraccio a Vialli: “Ci siamo lasciati come ci siamo trovati”

Mancini racconta l'ultimo incontro con Vialli, l'abbraccio, le parole di coraggio che Gianluca gli ha detto. Tutta l'emozione a Porta a Porta

mancini vialli porta

Roberto Mancini cerca di avere la stessa forza e di restare a testa alta fino alla fine come ha fatto Gianluca Vialli. Ci riesce, lo fa per lui, perché erano i gemelli, nati in quel mondo del calcio che oggi è così raro vedere ancora. A Porta a Porta Mancini racconta l’ultimo incontro con Vialli, l’ultima volta che l’ha visto. Non pensava che quello sarebbe diventato il loro addio. Come sempre e ancora una volta, arrivando nella clinica a Londra è stato Vialli a dargli coraggio. Gianluca ha cercato ancora una volta di proteggere Roberto, ancora una volta ha cercato di non farlo soffrire. Passano i giorni e il dolore è sempre lo stesso, la commozione di tutti per la morte di un grande del calcio, di un grande uomo, è ancora forte. In tanti hanno parlato del legame speciale che avevano con lui ma l’amico fraterno di una vita è stato ed è Roberto Macini. Un legame unico, speciale che il ct della Nazionale conferma ancora una volta raccontando che Luca per lungo tempo gli ha tenuto nascosto della malattia e del complicato percorso di cura che stava affrontando.

Gianluca Vialli non voleva fare preoccupare Roberto Mancini

“Lui non mi ha parlato della sua malattia all’inizio. Me l’ha rivelata nel 2019. Mi disse che aveva questo problema e che lo stava curando. Era molto positivo perché lui è sempre stato un combattente, ma quando mi parlò di questa malattia mi disse di non averlo fatto prima per non farmi soffrire – Mancini prosegue – Da quel giorno sono cambiate tante cose, il tempo che passava e la speranza che lui ce la facesse. Fino all’ultimo abbiamo sperato in un miracolo”.

Poi purtroppo è arrivato quell’ultimo saluto: “Sono andato a trovare Luca l’ultima volta a Londra prima della fine dell’anno. Avevo un po’ di paura ma si è svegliato e abbiamo riso, scherzato, abbiamo chiamato Lombardo. Mi ha detto ‘io sono sereno, stai tranquillo’. Mi ha tirato lui su di morale. Era lucido, lucidissimo, ci siamo lasciati come ci siamo trovati, bene”.

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