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Syria in terapia intensiva col padre fino alla fine: “E’ terribile”

A Verissimo Syria racconta gli ultimi giorni di suo padre. E' rimasta sempre con lui in terapia intensiva

syria verissimo padre

Il padre di Syria è morto da poco più di due mesi; la cantante ospite oggi 11 marzo 2023 a Verissimo racconta soprattutto di lui, di Elio Cipri. Quando suo padre è entrato in coma è rimasta con lui tutto il tempo, in terapia intensiva, fino alla fine. Era il suo desiderio, Syria ne aveva bisogno ma è anche stato terribile. “Mio padre non si può dire che non sia stato un ottimo consigliere, anzi mi ha insegnato a vivere questo mestiere proprio con i piedi per terra perché è un lavoro altalenante, bellissimo fatto di alti e bassi e lui fin da piccola mi ha spiegato tante cose. Io lo racconto spesso perché a casa nostra veramente venivano a trovarci tanti artisti”. Syria continua a raccontare del suo papà, le manca tantissimo. Guarda il video e si commuove. “E’ stato un papà incredibile, una persona assolutamente disponibile e socievole, altruista, pieno di buoni propositi e di belle parole, di consigli. Ogni volta che si litigava a casa che litigavo con mio fratello lui era sempre in mezzo a cercare di aiutarci, di difenderci e di trovare la possibilità di riunirsi. Ma questo è in generale con tutti nella vita che è sempre stato così, un dispensatore e un detonatore di leggerezza, di positività. Quindi, questa cosa me l’ha trasferita e me l’ha trasferita molto a tal punto che ora che non c’è più e sono passati due mesi… ci pensavo l’altro ieri… e mi manca perché quando mancano le persone tu vai a cercare esattamente quello che ti hanno lasciato per tutta la vita”.

Syria in terapia intensiva con il padre

Syria racconta che si sentivano tutti giorni, dopo avere accompagnato il figlio a sciola, pochi minuti dopo le 8,30 arrivava la telefonata.  “Questo continuo bisogno di aggiornamento poi magari bastava quella telefonata al giorno per poi sentirsi e avere voglia ancora di raccontare tante piccole sfumature del quotidiano, della vita personale, dei momenti di abbattimento, degli acciacchi, della paura di non riuscire a recuperare più tante cose. E lui sempre sempre fino all’ultimo giorno mi ha detto ‘Cecilia stai tranquilla ‘a ruota gira’ quindi queste parole non le dimenticherò mai e poco prima che entrasse in coma dovevamo dirci un sacco di cose. Però quel ‘ti adoro’ che non era riuscito a dirmi per diverso tempo perché non ce  la faceva proprio, non aveva fiato… cioè ha fatto in tempo a dirmelo”.

Syria racconta il momento più difficile. “Quel giorno lì ci siamo salutati e ho spento la luce della camera da letto e l’ha detto con la voce piena ‘ti adoro’ e ha fatto la lista di tante persone che lo salutavano. Ho spento la luce e poi purtroppo qualche giorno dopo l’ho trovato in coma e da lì in poi gli ho tenuto la mano finché ho potuto perché vivendo a Milano e lui a Roma avevo bisogno di questo contatto fisico che può essere folle, molto forte”.

E’ rimasta tutto il tempo con lui fino all’ultimo istante. La madre e il fratello l’hanno lasciata libera do fare quello che voleva. “Io l’ho voluto fare fino alla fine che è tremendo perché cho ancora qua il suono del silenzio di quella stanza che rimbomba con papà che però io mi son dovuta prendere tutto tutto di lui dal sorriso alla mano da stringere forte”.

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