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Strage di cani in provincia di Palermo: 13 morti avvelenati tra il silenzio delle autorità competenti (FOTO)

Ancora una carneficina in provincia di Palermo dove, ieri, sono stati uccisi con del veleno 13 cani

Ennesima strage di innocenti in Sicilia, dove 13 cani sono morti avvelenati nella giornata di ieri. Il massacro è avvenuto a Pioppo, per l’esattezza – frazione che fa parte del comune di Monreale, in provincia di Palermo – dove i 13 corpi, ormai senza vita, si trovano ancora distesi per terra, all’interno della villa, tra le loro feci ed il loro sangue.
Ad intervenire sul luogo sono stati, ancora una volta, i volontari palermitani – OIPA e LIDA, fra cui Alessio Di Dino e Salvatore Libero Barone – che hanno trovato davanti ai loro occhi una scena a dir poco raccapricciante: 13 cani senza vita, morti avvelenati, giacevano dentro una proprietà privata. I cani in questione erano tutti padronali: la padrona, infatti, non abitava più lì da tempo e a dar loro da mangiare erano i vicini – secondo quanto riferito, era già da tempo che veniva denunciata la situazione di degrado presente all’interno della villa, dove gli animali vivevano fra rifiuti ed escrementi – che hanno allertato i volontari corsi, poi, sul posto intorno alle 16:30 di ieri pomeriggio.
Oltre ai 13 cani ormai senza vita, i ragazzi hanno trovato due cani ancora vivi: uno giaceva per terra e dell’altro si udivano i lamenti provenire dall’interno dell’abitazione. Come sempre accade in questi casi, è stata contattata la polizia municipale che è giunta sul luogo della carneficina dopo due ore e solo per prendere le generalità dei volontari lì presenti per mettere in salvo gli unici superstiti. La polizia ha, poi, comunicato ai volontari che gli animali ancora vivi dovevano essere condotti – con i propri mezzi di trasporto, perché i veterinari dell’ASP Provinciale non sono mai giunti sul posto della tragedia – presso l’Istituto Zooprofilattico di Palermo; per questa ragione, i ragazzi hanno deciso di contattare la polizia municipale di Palermo perché contattasse il canile municipale del capoluogo, vista l’emergenza e la gravità della situazione.
Come scrive Salvatore Libero Barone sul proprio profilo Facebook, la situazione “ha ulteriormente confermato l’assenza sul territorio di Presidi Sanitari, di locali ambulatoriali, di rifugi, di canili e/o di convenzioni con strutture private […] nonostante la legge nazionale ne imponga la presenza da circa 23 anni“. Le associazioni locali, oggi, sporgeranno – ancora una volta – denuncia contro gli organi competenti per i ritardi ed i mancati interventi e per i due sopravvissuti – si spera fuori pericolo – sarà cercata adozione.
Non è la prima volta che sul territorio siciliano avvengono “morti silenziose” per avvelenamento – come spesso accaduto anche a Trappeto, sempre in provincia di Palermo – incidenti, malattie e quant’altro e sempre per la mano assassina di qualcuno che resta, puntualmente, impunito nonostante esistano delle leggi che andrebbero usate e fatte rispettare, denunciando: è, infatti, espressamente vietato diffondere veleni dalla L.N. 157/92 art. 21, che prevede un’ammenda fino a 1549,37 euro; così come dall’art. 146 T.U. Leggi Sanitarie, che prevede la reclusione da 6 mesi a 3 anni ed un’ammenda da 51,65 euro fino a 516,46 euro. Infine, contro il maltrattamento e l’uccisione di animali è in vigore la legge 189 del 2004 ed anche il Ministero della Salute ha emanato un’Ordinanza circa le norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati (G.U. n.58 del 09 Marzo 2012).



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2 responses to “Strage di cani in provincia di Palermo: 13 morti avvelenati tra il silenzio delle autorità competenti (FOTO)

  1. perchè arrivare sempre a questi drammi per far qualcosa…la Sicilia è abbandonata….. se ne fregano tutti….. tanto sono solo animali!!! e no!!! sono esseri viventi….. maledetti…..

  2. anche in zona via dei cantieri-via tommaso lo cascio sono stati messi dei bocconi avvelenati ( da un poliziotto di cui sconosco il nome, ahimè). il cane di mia cugina è vivo per miracolo, molti gattini, nutriti e coccolati un pò da tutti, sono morti. non pensiamo che carabinieri e polizia, sol perchè vestono un’uniforme, siano messi lì per preoteggere. a volte sono dei grandissimi mascalzoni che infangano quelle stesse uniformi!!!!!!!

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