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I terribili 2 anni e la fase dei no, come affrontarla nel modo giusto

I terribili 2 anni sono il periodo in cui i bambini iniziano ad opporsi in maniera abbastanza frequente alle richieste dei genitori. Ecco come superare questo momento

2 anni


Chi ha un bambino che ha circa 2 anni sa benissimo cosa sia la terribile fase dei no. Si tratta di un momento molto importante nella crescita dei bambini che va affrontato nel modo giusto. In effetti, intorno ai 2 anni di età, i bimbi iniziano a voler far valere se stessi e lo fanno proprio con dei no molto decisi. Questa piccola ribellione è dovuta al fatto che i bimbi iniziano a prendere consapevolezza di se stessi, vogliono imporsi ed affermarsi, esprimere se stessi. Dunque il no assume un valore che va aldilà del capriccio e i genitori devono esserne coscienti per agire nel modo giusto. 

PERCHE’ INTORNO AI 2 ANNI ARRIVA LA FASE DEI NO: TUTTE LE COSE DA SAPERE

La fase dei no è una fase oppositiva, di protesta. Ed ecco che i bambini non fanno altro che opporsi ad ogni azione proposta dai genitori, come mangiare, andare a letto, mettere la giacca prima di uscire, mettersi nel seggiolino in auto. In questo periodo del loro sviluppo dunque i bimbi non accettano i limiti stabiliti dai genitori e tendono a rifiutare ciò che la mamma e il papà propongono. Ma cosa significa tutto questo? Contrariamente a quanto si possa pensare, non si tratta di un capriccio, ma di un modo in cui i bambini vogliono affermare se stessi e la loro autonomia. La fase del no è dunque fondamentale per lo sviluppo psicologico dei bambini che hanno un’età che si attesta intorno ai 2 anni e come tale va compresa e trattata dai familiari che se ne prendono cura. 

COME COMPORTARSI DI FRONTE AD UN BAMBINO DI 2 ANNI CHE RIFIUTA QUALSIASI COSA

Come devono gestire i numerosi no i genitori di un bimbo di circa 2 anni? Non è semplice cercare di comprendere questa fase del suo sviluppo senza perdere la pazienza. E’ dunque importante cercare di negoziare ciò che possibile con il bambino. Ad esempio bisogna esigere che il bimbo mangi a tavola durante i pasti, ma si può cercare di accontentarlo se dice di no ad una pietanza piuttosto che un’altra. Infatti anche in questo modo il bimbo afferma il proprio io, facendo emergere i suoi gusti alimentari. Ciò che il piccolo vuole è essere riconosciuto e amato con le sue particolarità, le sue caratteristiche. I genitori devono riconoscerlo come individuo autonomo con esigenze specifiche e cercare di aiutarlo in questa fase senza pressarlo eccessivamente con regole ed imposizioni. Insomma, bisogna tenere presente che si tratta di una fase passeggera.



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