Cruel di Savo Sottile: recensione crudele
La nostra recensione di Cruel il romanzo di Salvo Sottile ambientato nella redazione di una rivista di cronaca nera. Un libro da leggere? Ecco la nostra recensione crudele
Se un libro giallo, o thriller, come preferite, si giudica in base alla pagina in cui scopri chi è l’assassino si potrebbe dare una netta insufficienza a Cruel il libro di Salvo Sottile che stiamo per recensire. Ma come potrete immaginare dare un giudizio a un libro non è cosa facile e noi cerchiamo di farlo mettendo da parte il fatto che a scriverlo sia un noto conduttore televisivo, tra i più amati, e giornalista di cronaca nera. Del resto chi naviga su nostro sito e ha già letto le nostre recensioni sa bene che non abbiamo in merito nessun genere di pregiudizio anche perchè tra i nostri libri preferiti ci sono quelli di Giorgio Faletti accolti con poco entusiasmo ma diventati in pochi mesi best seller che non possono mancare nelle nostre case. La recensione di Cruel non è semplice: si potrebbe cadere nel banale tentativo di sottolineare come Sottile abbia scritto il libro sulla scia del suo successo personale scegliendo una fetta di pubblico al quale arrivare; ma si potrebbe cadere anche nella trappola dell’essere buonisti. Insomma cercheremo di distinguerci come sempre facciamo ma non possiamo fare a meno di ricordare che, guidati dallo spirito di Agatha Christie non possiamo fare a meno di fare delle critiche. La prima è sulla trama narrativa troppo semplice e lineare, come dicevamo in precedenza chi divora gialli ha capito da subito che l’assassino era da ricercare nell’ambiente ristretto di una narrazione veloce e poco ricca di particolari, ha capito che la trama ci avrebbe portato a puntare su un personaggio ma che poi come leggiamo in diverse presentazioni, avremmo dovuto cambiare rotta. Però a un certo punto abbiamo anche pensato a una cosa: chi legge i libri di Patricia Cornwell, giusto per citare la mia scrittrice di gialli preferita, difficilmente acquisterà Cruel anche per una serie di pregiudizi che possiamo immaginare. Di conseguenza chi ha letto Cruel e non ha letto altri romanzi di questo genere in passato potrebbe aver apprezzato lo stile scelto da Salvo Sottile, semplice, ironico, veloce. Il libro si legge in meno di tre ore, personalmente io l’ho letto in 2 ore e 45 minuti e posso tranquillamente descrivervi il percorso che i protagonisti fanno nella moto prestata dal vicino di casa al cronista d’assalto ( per far capire che in quelle due ore e 45 minuti si legge non tralasciando nessun particolare).

CRUEL LA RECENSIONE: I PERSONAGGI-Entrando nel dettaglio, nella trama, nella conoscenza dei protagonisti come dicevo in precedenza di spunti interessanti ce ne erano davvero tanti: un omicidio che coinvolge la redazione di un giornale, il giornalista a caccia di assassini, una Roma vista da un altro punto di vista, lo psicologo da psicoanalizzare. Tutto però va nella direzione che per chi ha letto centinaia di libri gialli è scontata. Io penso che quando leggi un giallo, un buon giallo, a volte ti fermi anche a rileggere qualche riga, ritorni indietro di qualche pagina perchè ti rendi conto che il particolare di poco conto diventa pietra miliare nella narrazione. Quando invece vai dritta all’ultima pagina senza dubbi, solo perchè vuoi vedere se hai ragione, se hai già capito tutto, se è tutto come ti aspetti allora manca qualcosa. Manca qualcosa al protagonista che non è neppure il protagonista. Il giornalista Mauro Colasanti a tratti ci sembra l’alter ego della protagonista femminile Ester che però resta nella narrazione per pochissimo tempo, vittima dei meccanismi crudeli dei quali è entrata a far parte. Gli altri personaggi sono minori, poco interessanti e invece intorno a loro, in particolare intorno all’assassino si sarebbe potuto costruire un mondo diverso, quello in cui il lettore avrebbe cercato le risposte e avrebbe magari anche perdonato la crudeltà. Perchè l’assassino non sempre viene etichettato come il cattivo di turno sempre per quelle strane logiche descritte anche nel libro. In ognuno di noi c’è un lato crudele ma è troppo banale che quello di Mauro sia nella frase “vorrei vederti appesa con la testa in giù come Marta”. Banale, troppo.
Come tutte le recensioni questa rispecchia il mio gusto personale, è sempre così del resto, non si tratta del racconto oggettivo del romanzo ma di quello che a me ha lasciato. E vi posso dire una cosa: il finale è la parte più deludente. Avete presente quando una fiction finisce e speri che non ci sia la seconda stagione perchè ti ha dato già tutto quello che ti doveva dare? Bene, con un romanzo è lo stesso. Vuoi leggere il finale, quello che ormai ti aspetti e speri davvero che non ci sia la classica frase che ti faccia capire che nulla è come avevi pensato, che l’assassino non è in prigione e che fuori c’è ancora l’ultima parte del male di cui non avevi avuto considerazione. No, il libro deve finire perchè ha motivo di non rilanciare alla seconda serie, in questo caso al secondo capitolo. Non è come in tv: lasciamo un finale aperto, se gli ascolti vanno bene allora puntiamo anche alla seconda stagione. E’ proprio questo l’errore che a nostro parere, a mio parere è stato fatto nel libro. Il pensare al lato commerciale, non al lato, se così possiamo definirlo intellettuale. Ma del resto i libri si fanno anche per essere venduti per cui tutto va bene.
In definitiva il mio voto a Cruel, il romanzo di Salvo Sottile è un 6.
1 response to “Cruel di Savo Sottile: recensione crudele”