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Kimia Ghorbani stasera partecipa a The Voice of Italy, fuggita da Teheran pronta per il suo messaggio

Kimia Ghorbani una donna di 31anni stasera 2 marzo 2016 canterà alle blind audition per lanciare un messaggio al suo Paese


Stasera 2 Marzo nella puntata di The Voice of Italy una concorrente di nome Kimia Ghorbani, una donna di 31, nata a Teheran, parteciperà alle Blind Audition. La sua storia è stata raccontata dal Corriere della Sera. Una storia che fa pensare alle volte che ci lamentiamo di troppe cose mentre nel mondo ci sono donne che vivono assurde discriminazioni. Kimia per cantare è dovuta venire in Italia. Ecco la sua storia che vi raccontiamo con le lacrime agli occhi. “Sono stata bendata e arrestata con la pistola puntata. Mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato.

Sono stata una settimana in prigione. Per tanti musulmani radicali una donna che canta è una cosa brutta –continua la ragazza nel suo testo-perché la considerano erotica. Quando sono diventata più grande ho cominciato a suonare per strada: volevo dare un segnale forte per far uscire allo scoperto anche altre donne”.

THE VOICE LE ANTICIPAZIONI DELLA SECONDA PUNTATA LEGGI QUI

La polizia però non gradiva quello che faceva con la sua voce e continua il suo racconto: “Mi hanno picchiata, mi hanno preso a calci e insultata, hanno sequestrato il mio strumento, mi hanno portato via i soldi che avevo raccolto. Ho avuto paura, però piano piano l’ho persa. Sono stata molto forte, ho pensato che dovevo farlo”. Che forza ha dimostrato,  chi avrebbe continuato a lottare per questo, chi lo avrebbe fatto eppure lei una ragazza, una donna forte che è sopravvissuta a tutto questo per cantare, per esprimere quello in cui crede con la sua voce. Nel 2012 Kimia si iscrive alla scuola italiana di Teheran per imparare la nostra lingua. Chi passa l’esame ottiene il visto per l’Italia e chi passa l’esame in Italia ottiene un permesso di soggiorno come studente. Con pochi soldi arriva a Bologna, si sposa è in attesa di un bebè e stasera sarà a The Voice per dare un messaggio e soprattutto per chiedere al governo di lasciare le donne cantare, devono capire che la religione è una cosa molto privata e non può diventare legge. Non sappiamo che reazioni susciterà tutto questo, domani commenteremo.



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