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A Sanremo 2021 il pubblico non c’è e la mancanza si sente tutta

Il pubblico in sala avrebbe dato tutto un altro senso a questo Sanremo 2021: non c'è e si sente tutto

Ci ha provato Fiorello con la sua gag iniziale a farci sorridere per il fatto che in quella sala il pubblico non ci fosse. Ci hanno provato tutti a far sembrare normale che il Festival andasse in onda senza pubblico. Ci ha provato Amadeus a portare a casa la prima puntata di Sanremo 2021 facendo del suo meglio, divertendosi e sperando che la sua ironia e la comicità di Fiorello, sarebbero bastati. Ma quelle poltrone vuote, sono e sono state un colpo al cuore. La ferita fa ancora male, la situazione non è facile per nessuno e per chi vive questa pandemia con la sensibilità di chi sa bene che da un momento all’altro il virus potrebbe entrare nella sua casa, nel suo corpo, nella sua anima, quelle poltrone vuote sono una coltellata. Perchè ci fanno capire che un anno dopo, siamo ancora al punto di partenza. Perchè ci ricordano quello che è stato e quello che è, oggi in questo presente di incertezze e dubbi. Ma non solo.

Quelle poltrone vuote imbarazzano gli artisti che senza il calore umano del pubblico provano a fare del loro meglio. Alcuni di loro hanno pianto nelle prove, non cantavano da un anno, altri si sono emozionati, altri imbarazzati. Ma vederli su un palco come quello di Sanremo, senza un applauso VERO, senza un sorriso, senza un volto da guardare, senza occhi che si emozionano con le parole di un brano d’amore. Senza enfasi, senza emozioni. Non è stato davvero semplice per loro ma non è stato convincente neppure per chi da casa ha continuato a guardare quello spettacolo con un senso di smarrimento. Improvvisamente abbiamo ricordato quanto era divertente lo scorso anno vedere il figlio di Amadeus cantare a memoria tutte le canzoni, quanto ci facevano sorridere gli applausi e i sorrisi di Giovanna. Abbiamo persino sentito la mancanza di Alba Parietti, sempre in prima fila. E chi lo avrebbe mai detto.

E se dovevamo mettere da parte lo sconforto, la nostalgia, il nostro essere perennemente malinconici, bhè non lo abbiamo fatto. Ed ecco che si spiega perchè quel pubblico, anche se fatto di sole 200 persone, sarebbe stato importante. Come succede con Amici, con C’è posta per te. Ci avrebbe dato un po’ di coraggio per lasciarci andare, senza freni. Urlando insieme a Loredana Bertè, ridendo con Fiorello.

E invece eravamo lì, quasi paralizzati, come se lasciarci andare avrebbe fatto male a qualcuno, come se quelle poltrone rosse avessero davvero l’anima di chi non c’è più, di chi soffre, di chi ha sofferto. Di chi si è ammalato, di chi per colpa del covid 19 ha perso un lavoro. Abbiamo sentito le stecche, i vuoi cosmici tra una battuta e l’altra. Non abbiamo sentito risate spontanee.

Abbiamo sentito freddo. Smarrimento. Ci siamo accorti che tutto è come prima, ma che noi non siamo più quelli di prima.

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