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Il monologo di Drusilla sulla diversità: “Le convinzioni non devono essere delle convenzioni”

Drusilla regala al pubblico di Sanremo un monologo sulla diversità

drusilla

Si pensava che la presenza di Drusilla, sul palco dell’Ariston avrebbe generato polemiche e sarebbe stata divisiva. E invece, la co-conduttrice della terza serata del Festival, è piaciuta a tutti per sagacia, ironia, intelligenza. Ha usato le parole giuste al momento giusto, è stata simpatica, e impeccabile. E’ stata Drusilla. Oggi leggiamo che qualcuno si aspettava ancora di più ma ricordiamo sempre, che tutto dipende anche da quello che vieni chiamata a fare. Se ti chiedono, come nel caso di Roberto Saviano, un monologo di quel tipo tu lo fai. Se ti dicono che hai a disposizione una battuta tra una canzone e l’altra allora ti adegui.

La Foer comunque, il suo spazio se l’è preso, convincendo decisamente di più delle prime due donne che sono state al fianco di Amadeus nelle prime serate del Festival. Ed è piaciuto molto anche il monologo che ha regalato al pubblico dell’Ariston e al pubblico a casa.

Sanremo 2022: il monologo di Drusilla Foer sulla diversità

Le parole della Foer sul palco dell’Ariston:

Diversità è una parola che non mi convince. Quando la verbalizzo, sento sempre che tradisco qualcosa che sento o che penso. Trovo che le parole siano come le amanti, quando non funzionano più vanno cambiate subito. Ho cercato un termine che potesse sostituire una parola così incompleta e ne ho trovato uno molto convincente ed è: unicità. Mi piace come parola perché tutti pensiamo di essere unici e di trovare unicità nell’altro. Per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta la nostra unicità. Dobbiamo capire di cosa siamo fatti noi. Le cose belle: le ambizioni, i valori, le convinzioni, i talenti. Il talento va allenato, va seguito. Delle proprie convinzioni bisogna avere cura»

E ancora:

Per capire la nostra unicità dobbiamo capire perché lo siamo e quali talenti ci rendono unici, quale convinzioni, quali idee. Senza contare le paure, i dolori e le fragilità che vanno affrontate. Non è affatto facile entrare in contatto con la propria unicità. Come si fa? Io un modo ce l’avrei. Si prendono in mano tutte le cose che ci abitano, belle e brutte. E portarle in alto con noi gridando: “Che bellezza. Tutte queste cose sono io”. Sarà una figata pazzesca e sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità. Promettetemi che ci doneremo agli altri, che accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni.

Solo complimenti quindi per Drusilla, promossa a pienissimi voti.

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