Attualità Italiana

Terremoto all’Aquila: otto indagati per illegalità

Nei mesi successivi al terremoto dell'Aquila, molti funzionari pubblici percepivano tangenti per ottenere gli appalti: 8 indagati


Il terremoto a l’Aquila avvenuto nel 2009 ha provocato tantissimi morti e feriti. Ma nei mesi successivi ci sono state delle persone che hanno approfittato della situazione per agire nella più completa illegalità: gli inquirenti hanno già dichiarato la presenza di 8 persone indagate e 4 messe agli arresti domiciliari.

Nelle settimane seguenti al terremoto dell’Aquila, avvenuto nel 2009, alcuni personaggi hanno compiuto delle azioni illegali solo per ottenere dei benefici personali: al momento ci sono 8 indagati e 4 agli arresti domiciliari. Le accuse sono di millantato credito alla corruzione, falsità materiale e ideologica, ma anche appropriazione indebita.

I reati in questione sarebbero stati commessi a partire da settembre 2009 fino a luglio 2011 (non dimentichiamo che il terribile terremoto che ha colpito il capoluogo abruzzese si è verificato nella primavera del 2009).

Le tangenti prese in esame ammonterebbero ad una cifra pari a poco più di mezzo milione di euro: non si tratta di una cifra da capogiro, ma sicuramente non si tratta di una situazione da prendere sotto gamba. Soprattutto considerando che è stata accertato anche il reato di appropriazione indebita ottenuta attraverso la contraffazione della documentazione necessaria per ottenere oltre 1 milione e 200 mila euro che sarebbero dovuti essere destinati al pagamento di alcuni lavori.

Gli inquirenti hanno posto sotto sequestro i telefoni delle persone indagate e hanno scoperto, così, che alcuni imprenditori erano interessati ad occuparsi dei lavori relativi alla ricostruzione degli edifici in seguito al sisma. Per ottenere questi impieghi, tuttavia, dovevano essere pagate delle tangenti che potevano essere date ai soggetti corruttori sia attraverso denaro contante, sia attraverso la realizzazione di moduli abitativi provvisori che venivano donati ai funzionari pubblici.

Solamente grazie a questo sistema corrotto le imprese avevano la possibilità di aggiudicarsi gli appalti che avevano come obiettivo la messa in sicurezza degli edifici pericolanti.

 



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