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Casini il figliol prodigo. Berlusconi: “Io sono il leader e lui il benvenuto”

Casini è pronto a ri-salire sul carro di Berlusconi. Con l'Udc il centrodestra prepara la sua "fuga per la vittoria"


Silvio Berlusconi è stato categorico: “Si scordino la riedizione della Casa delle libertà”. Il Cavaliere, riferendosi alla decisione di Alfano e Casini, quella di “tornare in squadra”, ha poi sentenziato: “Se vogliono allearsi con noi e rientrare, bene, facciano pure, ma devono passare attraverso il riconoscimento della mia leadership”.

Se per Angelino Alfano la scelta del leader del centrodestra dovrà comunque passare per le primarie, Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, sembra aver accettato la proposta di Berlusconi. “Noi corriamo da soli per puntare al 37% – ha dichiarato il Cavaliere – chi vuole salga sul carro, ma io non mi faccio più ricattare da nessuno”. Detto, fatto. Casini è pronto a risalire su quel carro nonostante inizialmente avvalorasse un “nuovo” schema FI e Ncd “insieme per il Ppe in Italia”.

Le critiche sul ritorno – Sono stati in molti, nel partito, ad insospettirsi per il ritorno del “figliol prodigo”: “Vuol tornare? Almeno dica che ha sbagliato ad abbandonare la nave” hanno sottolineato diversi esponenti di Forza Italia. Berlusconi ha però zittito tutti ed ancora una volta ha imposto la sua leadership: “Pier è il benvenuto. Da molto tempo mi si attribuiscono posizioni ed indicazioni che quotidianamente influenzerebbero la linea dei giornali dell’area di centrodestra. Mai sono intervenuto né sulle decisioni editoriali, né su singole vicende rispettando appieno la libertà dei giornalisti e dei direttori. In particolare, in questi giorni non ho condiviso gli attacchi a Pier Ferdinando Casini, il cui ritorno nell’area dei moderati è da sempre stato da me auspicato e del quale non posso che esserne lieto, ritenendo che anche il suo movimento potrà offrire un reale contributo alla vittoria del centrodestra”.

Fuga per la vittoria – Secondo le ultime rilevazioni, qualora si votasse con l’Italicum, l’apporto dell’Udc garantirebbe al centrodestra la vittoria al primo turno con il 37,9% dei voti. Questa sarebbe la cifra raggiunta da Fi, Lega, Udc, Ncd, Fdi, La Destra ed altri. Sul Giornale si legge: “Sondaggio forse fin troppo ottimistico e a cui qualcuno in Forza Italia guarda con sospetto. Ma un sondaggio di Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, dà comunque un buon risultato. Il centrodestra sarebbe in fuga per vittoria al 36,3% con la sinistra distaccata di 3,9% (32,4%). Con un Pd lontano dai massimi rilevati a inizio anno”.

La morte di un partito – Il leader dell’Udc non è più leader. Nella coalizione con Forza Italia non c’è spazio per nessun altro capo. Il leader è solo uno e tutti lo sanno bene. Il centro cade a pezzi ed emblematica è l’intervista rilasciata da Marco Follini a La Repubblica, nel quale l’ex Udc (Follini ha lasciato il centro per il Pd) afferma: “Il centro oggi contempla le sue rovine e fa i conti con gli errori che abbiamo commesso […] (quella di Casini ndr.) è una resa più triste che furba, anche perché avviene solo nel Vangelo che per il figliol prodigo si uccida il vitello grasso. In politica vigono regole meno generose […]. Berlusconi vuole rifare Fi, Casini torna da Berlusconi. Si tratta di un collettivo tuffo nel passato (nel 1994 ndr.) che vorrebbe trovare conforto in un ricordo di gioventù. Ma intanto il Paese è cambiato”. Forse sì, il Paese è cambiato. Ma la politica no. Possibile che Casini sia pronto a sacrificare il partito per una poltrona? Rocco Buttiglione si giustifica dicendo: “È giusto dar vita ad una coalizione alternativa alla sinistra nell’ambito del Ppe. È sbagliato, però, dire che noi siamo falliti. Abbiamo imposto la formula di governo, che ha salvato il Paese in tempo di eccezione, cioè la grande coalizione. Oggi, in tempi di normalità, non si può certo pensare di fare un governo delle larghe intese”.

Ognuno la pensi come vuole. La partita si giocherà presto.



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