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Viterbo, uomo uccide famiglia e poi si suicida

Orrore a Viterbo dove un uomo ha ucciso sua moglie e il figlio di quattro anni e poi si è tolto la vita. Family Mass Murder, così l’FBI solitamente cataloga tutti i casi di assassini che in prima istanza uccidono i componenti della propria famiglia e successivamente si suicidano, forse pensando di continuare una vita […]


Orrore a Viterbo dove un uomo ha ucciso sua moglie e il figlio di quattro anni e poi si è tolto la vita.

Family Mass Murder, così l’FBI solitamente cataloga tutti i casi di assassini che in prima istanza uccidono i componenti della propria famiglia e successivamente si suicidano, forse pensando di continuare una vita familiare insieme oltre la morte e non già sulla terra dove reputano sia impossibile proseguire una esistenza piena di problemi divenuti insostenibili e ingestibili.

L’ennesimo caso di omicidio-suicidio questa volta è accaduto a Viterbo, dove un uomo, Imo Seri 40 anni, ha ucciso moglie e figlio togliendosi poi la vita. Seri era titolare di un bar-pizzeria che gestiva insieme al padre e dove lavorava anche la moglie. A scoprire il delitto è stato suo cognato il quale preoccupatosi di un insolito ritardo della coppia sul posto di lavoro, si è prontamente recato presso l’abitazione per capire cosa fosse successo. Dopo aver ripetutamente citofonato senza ricevere alcuna risposta dai componenti della famiglia, ha deciso di sfondare una finestra per poi ritrovarsi davanti agli occhi una scena macabra che certo si ricorderà per tutta la sua vita. Il Seri era riverso a terra insieme alla moglie e al figlioletto di 4 anni, tutti privi di vita e in una pozza di sangue. L’uomo, sconvolto, ha attirato l’attenzione dei vicini di casa che simultaneamente hanno chiamato i soccorsi e i carabinieri. Secondo le prime indiscrezioni di parenti e amici, l’uomo avrebbe compiuto il folle gesto senza un apparente motivo di disagio che possa essere imputabile, ad esempio, a una situazione economica disagiata. Tutti escludono la pista di un probabile fallimento della piccola attività a conduzione familiare anche in virtù del fatto che i coniugi avevano avviato le trattative per la costruzione di una piccola villa oltre a possedere già quella dove è avvenuto il crimine. Si potrebbe pensare all’ipotesi di eventuali dissidi della coppia ma anche in questo caso le testimonianze dei vicini la escludono. Tutti sono concordi nell’affermare che la famiglia fosse unita più che mai. Allora cosa è successo effettivamente? Cosa ha spinto Imo Seri a decidere del destino di moglie e figlio senza lasciare loro la possibilità di controbattere? Forse questa famiglia dietro l’apparente tranquillità celava un lato oscuro? Le indagini sono appena avviate e sicuramente fra qualche tempo si potrà dare una risposta ai numerosi interrogativi che sorgono quando ci si trova di fronte a un gesto così eclatante e che alla base presuppone una forte componente depressiva e una incapacità di vedere risoluzioni positive a problemi quotidiani quasi mai insormontabili.

Giselda Cianciola



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