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Contratti Rai: la clausola “In caso di gravidanza perderai il posto”

Contratto Rai: "Rimani incinta mentre lavori per la Rai? Verrai licenziata". Ecco le ultime notizie.


È scioccante quello che è accaduto ieri tra i muri della televisione pubblica, la Rai. Si scopre infatti che sul contratto che ogni lavoratore esterno a partita Iva firma con la Rai, l’azienda si riserva di terminare il contratto se una lavoratrice dovesse rimanere incinta e la sua condizione, assimilata a “malattia, infortunio, causa di forza maggiore o altre cause di impedimento”, dovesse incidere, compromettendola, sulla sua produttività. E’ bufera sulla lettera aperta di un gruppo di giornalisti precari romani, riunitisi nel coordinamento “Errori di Stampa”, al direttore generale della Rai Lorenza Lei perché la clausola venga immediatamente cancellata. Ma l’azienda interviene per smentire l’esistenza della clausola e precisa che non c’è “nessun licenziamento per gravidanza” e precisando di “essersi sempre scrupolosamente attenuta al rispetto delle norme a tutela della maternità. Ma la Rai ha fatto in fretta a smentire questa presunta clausola presente nei suoi contratti di collaborazione:
“Non esiste quindi alcuna clausola che possa consentire la risoluzione anticipata dei rapporti lavorativi del personale con contratto, anche a termine, di natura subordinata”, scrive la Rai. In riferimento ai contratti di lavoro autonomo, ai quali come noto non si applica lo statuto dei lavoratori né le relative tutele, la Rai precisa di “non essersi mai sognata di interrompere unilateralmente contratti di collaborazione a causa di maternità, a meno che questo non sia stato richiesto dalle collaboratrici interessate per ragioni attinenti allo stato di salute o alla loro sfera personale”. La denuncia di questa presunta clausola di cui vi parliamo ha scatenato polemiche anche per il fatto che ormai da tempo gran parte delle persone che contribuiscono a realizzare i programmi della Rai sono precarie. Come ricorda il coordinamento “Errori di Stampa” in Rai lavorano 1.600 precari. Per Susanna Camusso, segretario della Cgil, l’ipotesi denunciata rappresenta “un contratto assolutamente illegittimo perché considera causa di risoluzione del rapporto di lavoro la malattia, l’infortunio e la gravidanza”.

 



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