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Yara Gambirasio, la verità è nel cantiere di Mapello?

Le ultime notizie sulla scomparsa di Yara arrivano da Quarto Grado: è il cantiere di Mapello la chiave del delitto?


Si è tornati ieri a parlare del giallo di Yara Gambirasio, nel corso della seconda puntata della nuova stagione di Quarto Grado. Oltre a ricostruire la vicenda della scomparsa della tredicenne, avvenuta in circostanze tutt’ora misteriose il 26 novembre di due anni fa, Salvo Sottile ha fatto il punto delle indagini, illustrando i risvolti e quelle che sono le (poche) certezze. Ricordiamo che il corpo di Yara fu ritrovato il 26 febbraio 2011 in una campagna, a Chignolo d’Isola. Dopo il ritrovamento del corpo, i sospetti caddero subito sul cantiere di Mapello (dove i cani avevano fiutato le tracce della ragazzina) e in particolare su un extracomunitario, Fickri, intercettato in una telefonata in cui diceva, nella sua lingua: “L’hanno uccisa davanti al cancello”. Fickri fu poi subito rilasciato perché, molto probabilmente, quella telefonata intercettata era stata tradotta male.

Secondo gli ultimi risvolti, che vedono ancora al centro Fickri, il suo alibi non sarebbe così solido: Fickri aveva dichiarato di esser stato in un ristorante, ma intercorrono 18 minuti dal locale al luogo in cui è stato ritrovato il corpicino della piccola ginnasta. Vi sono tre vie da seguire per chiarire la sua posizione nell’uccisione: si potrebbe, per prima cosa, archiviare l’indagine. Oppure si potrebbe chiedere un prolungamento per accertare diversi punti in sospeso. Oppure, terza cosa, si potrebbe prosciogliere il marocchino Fickri dall’accusa di omicidio e tenere il fascicolo aperto formulando nuove accuse (false dichiarazioni ecc…). Gli elementi che fanno pensare che la chiave del giallo possa trovarsi nel cantiere di Mapello (ormai ex cantiere, perché sorge un ipermercato) sono diversi, a partire dalle lesioni provocate da un taglierino sul corpo della ragazza, alla presenza nelle alte vie respiratorie trovata polvere di cemento, ai fili di juta, ai cani molecolari che hanno fiutato le tracce della ragazzina proprio lì, sin dall’inizio.

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