Omicidio a Verona: uccide la moglie e il padre, poi si toglie la vita
Dario Fusini, 66enne, ammazza la moglie e il padre e poi si uccide: la motivazione è da rintracciare nei problemi di salute dei tre.
Un’altra storia drammatica, un altro omicidio accaduto in Italia. Questa volta ci troviamo a Verona, dove un uomo di 66 anni nel giro di un’ora e mezzo ha deciso di sterminare la sua famiglia e di togliersi anche lui stesso la vita. Ecco le ultime notizie. Il fatto è accaduto ieri, a Verona. Dario Fusini, un uomo di 66 anni, ha dapprima ucciso la moglie e il padre, con tre colpi di pistola a testa e poi, dopo aver chiamato il 113, si è sparato anche lui, per suicidarsi, con un solo colpo di pistola. Le cause del raptus di violenza sono state spiegate dal 66enne in due lettere: una è indirizzata ai familiari, l’altra alle forze dell’ordine. Le lettere, Fusini, le ha lasciate sopra il tavolo dells sua abitazione. La moglie si chiamava Luciana Rovenda, si trattava di un secondo matrimonio. Entrambi i coniugi avevano dei figli: due la donna e un maschio il suicida, nati da precedenti matrimoni.
Da quello che si apprende la moglie, Luciana Roveda, sarebbe stata uccisa nella taverna di casa, una bifamiliare signorile nella quale conviveva da una decina d’anni, pare in armonia, con il nuovo consorte. I vicini di casa hanno affermato di non aver sentito il rumore degli spari.
La donna era una casalinga, mentre il coniuge Dario Fusini era un commerciante. Dell’uomo non risulta in passato alcuna segnalazione alle forze dell’ordine: deteneva regolarmente la pistola semiautomatica cal.45 usata per la strage. Dario Fusini avrebbe spiegato, nelle due lettere rilasciate, che il gesto sarebbe da collegare a gravi problemi di salute che avrebbero minato i tre. Adesso quelle lettere sono state raccolte dalla sezione investigazione scientifica dell’Arma, assieme ad altri reperti che saranno oggetto del fascicolo che verrà unificato assieme a quello della polizia e consegnato al magistrato.
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