Attualità Italiana

Cannabis allarme adolescenti, cresce il consumo e il pericolo

Spaventano i nuovi dati sul consumo della cannabis perché in crescita tra i giovanissimi. Sembra sia più nociva del passato a causa della modificazione genetica delle piante


Se in generale si è registata una diminuzione del consumo di cannabis riferito all’intera popolazione, allarma che i dati riferiscano di un crescente consumo da parte degli adolescenti. I ragazzi tra i 15 e i 19 anni sarebbero i maggiori consumatori di cannabis, questo in base al rapporto 2013 riferito alle tossicodipendenze in Italia e curato dal Dipartimento delle politiche antidroga. Un consumo che spaventa non poco i gentitori dei giovanissimi anche perché la cannabis oggi è più nociva rispetto al passato.

I dati sul consumo della cannabis sono stati anticipati al congresso nazionale della Società Italiana di Pediatria e mostrano come il consumo in un anno sia aumentato del 2% tra gli adolescenti.

L’indagine è stata svolta su 45 mila studenti e quasi il 22% di loro ha fatto uso almeno una volta di cannabis nell’arco dell’ulitmo anno. Risultato negativo per i giovanissimi mentre l’indagine condotta sulla popolazione nazionale e riferita a soggetti di età compresa tra i 15 e i 64 anni risulta che il fenomeno è in calo.

Il capo del Dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Serpelloni, avverte: “Non possiamo certamente abbassare la guardia che, per altro, abbiamo tenuto sempre attiva e non possiamo condividere l’opinione di chi afferma che la cannabis è una sostanza innocua o addirittura salutare”.

In base al suo parere è come se i giovani avessere diminuito la precezione del rischio sul consumo di cannabis, non credano sia pericolosa. Sottolinea l’errore spiegando: “La cannabis oggi è più nociva perché le piante geneticamente modificate hanno raggiunto una concentrazione di principio attivo, Thc, pari al 46%”. Poi aggiunge quali sono i rischi: “può compromettere la normale maturazione cerebrale ed i rischi sono molteplici: sindromi demotivazionali, psicosi, effetti sul coordinamento psicomotorio con probabilità maggiori di incidenti stradali”.

 



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