Attualità Italiana

Sostituisce il collega all’ultimo momento, Maurizio muore nel crollo di Genova

Maurizio Potenza quella notte maledetta non doveva neppure essere in servizio, aveva fatto un favore a un suo amico. Le speranze per suo figlio crescono quando gli dicono che suo padre è in ospedale invece...


Una telefonata che ridà la fiducia: “tuo papà è vivo” sono queste le parole che si è sentito dire Federico, figlio di Maurizio una delle persone rimaste coinvolte nel crollo della torre di controllo al porto di Genova. Una chiamata che dopo tredici ore di angoscia riporta il sorriso nella famiglia ma che dopo la folle corsa in ospedale spegne ogni speranza. Lui, Maurizio, al porto non ci doveva neppure essere, aveva infatti sostituito un amico che aveva bisogno di un favore. Un cambio di turno dell’ultimo momento che gli  costato la vita.

Federico arriva in ospedale ma ad attenderlo non c’è il suo papà. E’ stato un errore, Maurizio infatti è morto nel crollo, non ce l’ha fatta. Federico, la sua mamma e sua sorella hanno sofferto per diverse ore. Lì al porto cercando il loro caro. Poi lo sfogo con i giornalisti e un sorriso; “Mi hanno chiamato adesso, quindici secondi fa, mi hanno detto “l’hanno trovato, non è ben messo, quindi siamo ancora in bilico”.

La corsa all’ospedale con tanta speranza per le sorti del suo papà. Ma quale ospedale? Nessuno lo sa. E allora Federico corre da una parte all’altra ma di suo padre nessuna traccia. E’ il pomeriggio dell’8 maggio, il bilancio delle vittime sale a sei, purtroppo una di loro è Maurizio Potenza. Anche lui è morto nel tragico incidente di Genova e muore anche la speranza di un ragazzo che per poche ore ha creduto di poter riabbracciare il suo papà.



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