Attualità Italiana

Falsi cavalieri di Malta 9 arresti a Roma: garantivano lavori falsi ai tunisini

Garantivano lavori fittizi a dei tunisini fatti entrare illegalmente in Italia. Pretendevano tra i 2 mila e i 5 mila euro e sono arrestati stamane dai Carabinieri di Roma


Si estendeva tra Lazio, Abruzzo Calabria e Veneto l’associazione che prometteva di trovare lavoro in Italia, chiedendo in cambio dei soldi, ad alcuni stranieri. Solo che il lavoro che offrivano non c’era. Proprio in queste regioni sono stati arrestati dai carabinieri 9 persone.  Si fingevano cavalieri dell’ordine di Malta e chiedevano tra i 2 mila e i 5 mila euro per ogni servizio fittizio che offrivano.

La truffa è stata elaborata da 9 persone ai danni di circa 350 tunisini. Tra di loro spicca anche la partecipazione di un docente universitario. Le accuse a loro addebitate sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati con truffa. Inoltre, conferimento illecito di onorificenze e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’ingresso in Italia dei tunisini veniva favorito da alcuni complici volontari all’interno della Protezione Civile. Con il loro aiuto si garantiva agli ignari tunisini lo sbarco nella nostra nazione con la promessa di trovargli lavoro. Ufficialmente venivano fatti risultare sbarcati legalmente allo scopo di frequentare un corso di primo soccorso e di uso del defibrillatore. L’indagine era cominciata da diversi mesi, dopo l’arresto di 3 persone per favoreggiamento di immigrazione clandestina. Oltre ai 9 arresti di stamane, altri complici erano stati arrestati il 23 novembre scorso mentre, alla dogana dell’aeroporto di Fiumicino, stavano tentando di far introdurre illegalmente 66 tunisini. Anche in quel caso agli stranieri erano stati mostrati falsi tesserini e falsi indumenti di appartenenza al Ministero degli Esteri e del Sovrano Ordine Ospitaliero Melitense di San Giovanni da Gerusalemme Cavalieri di Malta. I militari della Compagnia di Trastevere e della stazione Monteverde Nuovo si sono assunti l’onere di collaborare insieme per le indagini.



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