Attualità Italiana

Roma: protesta dei malati Sla, uno di loro si stacca batterie respiratorie

Nuova protesta da parte dei malati Sla davanti ministero dell'Economia a Roma. Uno dei manifestanti si stacca le batterie del respiratore


Continua la proteste da parte dei malati Sla. Questa mattina a Roma, una nuova manifestazione è avvenuta di fronte il ministero dell’Economia. Tra le richieste da parte dei manifestanti vi sono quelle riguardanti i maggiori fondi per l’assistenza domiciliare per i malati Sla e di altre malattie. E’ caos nella Capitale dove il traffico è stato bloccato da decine di carrozzine in via XX Settembre. Ma non finisce qui. Salvatore Usala, uno dei malati Sla che ha preso parte alla manifestazione, nonché segretario del comitato 16 novembre, è il vero protagonista della protesta. L’uomo infatti, dopo 5 ore di presidio ha staccato le batterie del respiratore che lo tengono in vita, come profondo segno di protesta. La sua autonomia respiratoria è di circa 2-3 ore. Sul posto insieme ai manifestanti è presente anche Michela, moglie di Raffaele Pennacchio, medico malato di Sla e morto dopo l’ultima protesta che si è tenuta ad ottobre. Commuovono le parole di Michela, chi altro se non lei potrebbe testimoniare le pene e la sofferenza che provoca questa malattia: “Sono qui per prendere il testimone di mio mio marito. Dopo averci pensato a fono ho deciso di venire anche io. Questi luoghi e queste proteste mi ricordano lui. Così ho pensato che fosse la cosa più giusta da fare. Cosa chiedono i malati di Sla? “Più fondi per l’assistenza domiciliare”, risponde Mariangela Lamanna, vicepresidente del comitato 16 novembre Onlus.

“Si parla di una spending review da 32 miliardi. Quanti disabili gravissimi sono destinati a morire?”, continua Lamanna.  La vicepresidente del comitato avrebbe inviato al governo una serie di proposte quali la messa a disposizione di 600 milioni di euro per il 2014, di 700 per il 2015 per il fondo per la non autosufficienza. Riusciranno a ottenere mai delle risposte alle loro richieste? Speriamo sicuramente che qualcosa cambierà a favore di queste persone che non fanno altro che soffrire.



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