Attualità Italiana

Processo Ruby, ecco gli atti della sentenza: citate anche la D’Urso, la Tommasi, la Carfagna e Belen

La pubblicazione delle motivazioni con cui i giudici di Milano hanno condannato Berlusconi per le accuse di favoreggiamento della prostituzione e concussione rischia di mandare in tilt il mondo dello spettacolo. Tanti i personaggi tirati in ballo dalla giovane marocchina, ma i giudici scrivono anche: "Le sue testimonianze non sono assistite da alcuna presunzione di credibilità"


La diffusione dei dettagli più hot delle motivazioni della sentenza di condanna del processo Ruby, che vede Berlusconi ritenuto colpevole di favoreggiamento della prostituzione minorile e di concussione, ha fatto salire la tensione nel mondo dello show business.
I giudici hanno tirato in ballo – riportando i racconti di Karima El Mahroug in sede di deposizione – numerosi personaggi dello spettacolo: da Barbara D’Urso a Sara Tommasi, dall’ex ministro Mara Carfagna a Belen Rodriguez, tutte sarebbero state coinvolte nel bunga bunga, che alla luce della sentenza più che ricordare delle “cene galanti”, così come le ha sempre definite Berlusconi, sembrano a tutti gli effetti delle vere e proprie orgie.
Ma con la stessa velocità con cui si sono diffusi i particolari piccanti, sono arrivate le prime smentite, con annesse minacce di querela per tutti coloro che diffonderanno quelle che vengono considerate pure illazioni, seppur facenti parte di una sentenza che ha carattere pubblico.
Tra le prime a muoversi è stata Belen Rodriguez. La show girl ha ribadito, tramite il proprio legale, di non aver mai partecipato a festini e di non avere nulla a che fare con quanto avveniva a Villa san Martino ad Arcore e di voler querelare chi diffonderà queste notizie. Già diversi mesi fa, la Rodriguez aveva attirato l’attenzione delle testate rivendicando con orgoglio la propria estraneità a quelli che all’epoca erano solo delle indiscrezioni.
In ogni caso, bisogna ribadire come siano stati gli stessi giudici ad accettare la possibilità che Ruby possa aver raccontato bugie o comunque aver alimentato con la fantasia le descrizioni di ciò che avveniva nella residenza di Berlusconi. Nella sentenza, infatti, si legge anche che le dichiarazioni della ragazza “pur potendo essere poste legittimamente a fondamento dell’affermazione di penale responsabilità dell’imputato, non sono assistite da alcuna presunzione di credibilità, soprattutto quando, nella specie, la dichiarante abbia reso diverse versioni nel tempo in contrasto tra loro“.
In ogni caso, chiunque volesse farsi un’idea propria del contenuto di atti che – lo ripetiamo – sono ufficialmente pubblici, potrà trovarli qui: prima parte sentenza, seconda parte sentenza.



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