Attualità Italiana

Presidenza Partito democratico: Cuperlo dice sì a Renzi. Ma manca ancora l’ufficialità

Stefano Fassina applaude il cambio di rotta, ma sul profilo Facebook di Cuperlo rimane ancora il messaggio con cui il democratico ha declinato l'invito del nuovo segretario


Dopo le reticenze del day after, Gianni Cuperlo, arrivato secondo alle Primarie, avrebbe dato la propria disponibilità al nuovo segretario del Pd Matteo Renzi per ricoprire il ruolo di presidente dell’assemblea nazionale dei democratici.
La conferma deve ancora arrivare, ma in molti hanno esternato la propria soddisfazione per il ripensamento di Cuperlo, che in un primo tempo aveva declinato l’invito. Tra di essi anche il viceministro all’Economia Stefano Fassina, che ha dichiarato: “La disponibilità di Cuperlo a fare il presidente del Pd è un’ottima notizia. Ancora una volta, Gianni compie una scelta di responsabilità nell’interesse di tutti. Grazie. Buon lavoro a tutti noi”. Ad aver avuto un peso nel cambio di decisione di Cuperlo sarebbero stati appunto il gruppo dei cosiddetti ‘Giovani Turchi‘, di cui Fassina fa parte.
Dal canto suo, Cuperlo non si è ancora pronunciato ufficialmente. Sulla sua pagina di Facebook, utilizzata in maniera assidua durante la corsa alle Primarie, campeggia ancora come ultimo messaggio quello datato 10 dicembre in cui Cuperlo rivendicava la propria autonomia di scelta, stizzito dalle voci che vedrebbero in Massimo D’Alema il regista del suo operato: “Ieri ho ho compiuto alcune scelte che riguardano la segreteria del PD guidata da Matteo Renzi. Oggi sono apparse delle ricostruzioni giornalistiche sulle mie decisioni che non solo erano infondate, ma che ho trovato irricevibili – ha scritto Cuperlo -. Sono sinceramente stanco di leggere che le mie decisioni, personali e politiche, ancora una volta sarebbero eterodirette da altri. Ho difetti e limiti. Come tutti posso sbagliare. Ma vorrei che le mie scelte fossero giudicate per ciò che sono: delle mie scelte e non il portato di altro. Aggiungo che trovo deprimente il doverlo rivendicare. Se lo faccio è solo perchè considero vecchia e insopportabile l’abitudine di raccontare il falso, soprattutto quando la veritá delle cose è persino banale e basta chiederla”.

 



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