Attualità Italiana

De Girolamo Vs Mastella: una triste telenovela politica

La De Girolamo non si dimette e Mastella s'indigna: "Perché mia moglie sì e lei no?" Una triste storia zeppa di nomi, affari e insulti. Lo specchio deforme della nostra politica?


Pochi giorni fa, dopo la diffusione delle intercettazioni in cui la De Girolamo sanciva ordini e direttive ai dirigenti della Asl di Benevento, l’ex ministro Clemente Mastella esternò la sua indignazione per la differenza di trattamento subita dalla moglie, indagata per una vicenda analoga. Quell’esternazione ha avuto più di una conseguenza. Mastella avrebbe ricevuto diversi messaggi poco lusinghieri dall’attuale ministro delle Politiche Agricole, immediatamente consegnati nelle mani, o meglio, per la penna della giornalista di Repubblica Conchita Sannino.

Ecco, grosso modo, i contenuti riportati sul quotidiano di Ezio Mauro:

Sei un m…! Ti querelo. Mi stupisce che uno che è padre e che ha avuto così tanti problemi con il figlio possa dire quelle cose ad una dell’età del figlio. Esiste Dio e con te non sarà clemente!!!

E ancora: Avevo dimenticato uomo di m… ci vediamo in tribunale

Questo, è l’ultimo (per ora) e squallido capitolo politico che ha toccato il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, sospettata di presunti favoritismi per la scelta di una società gradita nell’appalto milionario del 118 di Benevento. Ma facciamo un passo indietro per capire da dove parte tutto.

Le prime accuse al ministro, ora legata al Nuovo Centrodestra di Alfano, arrivano dal manager Felice Pisapia che in sostanza sostenne che, come accennato prima, una società gradita agli uomini di Nunzia De Girolamo fu favorita nell’appalto milionario del 118 di Benevento mentre un’altra, sgradita al “direttorio politico-partitico” fu stata penalizzata con pagamenti ritardati. Quali sarebbero le ragioni di questa pericolosa operazione? La società amica avrebbe sponsorizzato il congresso del Pdl. Queste accuse sono contenute in un verbale inedito del gennaio 2013.

Da quanto emerso dalle carte che Il Fatto Quotidiano ha pubblicato interamente online, Nunzia De Girolamo avrebbe chiesto a Pisapia se fosse stato possibile fare un affidamento diretto per il 118, un appalto triennale del valore di 12 milioni di euro. Il manager gli avrebbe risposto che per farlo, avrebbero dovuto aggiudicarsi una gara. Giacomo Papa, attuale vicecapogabinetto del ministro dell’Agricoltura, avrebbe consigliato invece di “by–passare la gara”.

Pisapia racconta ai pm di avere sventato la manovra di De Girolamo e compagni per la nuova gara rifiutandosi di consegnare a Giacomo Papa, i capitolati in anticipo. Il pm di Benevento Giovanni Tartaglia Polcini – racconta ancora Il Fatto Quotidiano – 11 mesi dopo questo interrogatorio ha chiesto il provvedimento restrittivo. Ma ha anche chiesto alla Finanza di accertare se nelle conversazioni registrate ci siano reati. Allo stato la Finanza non ne ha trovati. Ecco cosa disse al pm Pisapia. La conversazione è stata riportata da Vincenzo Iurillo e da Marco Lillo de Il Fatto Quotidiano.

Pisapia: Michele Rossi, dg della Asl, vuole danneggiare Sanit per favorire altri, tipo Modisan.

Pm: Perché e come?

P.: Emerge da incontri politici in cui Sanit veniva demonizzata mentre Modisan, che aveva sponsorizzato il congresso del Pdl, veniva esaltata. (Le due società svolgevano insieme il servizio del 118 in associazione di imprese ma secondo Pisapia Sa-nit era danneggiata con il “mancato pagamento di spettanze”, Ndr) Modisan aveva anche altri appalti con l’azienda per cui poteva essere pagata ad altro titolo ed, essendo stato bloccato il pagamento del servizio 118, Sanit entrava in crisi mentre Modisan riusciva a sopravvivere.

Pm: Lei era presente a questi incontri politici? Si rende conto della gravità delle dichiarazioni che sta dicendo?

P.: Me ne rendo conto perché ho tentato di impedire quanto appena dichiarato.

PM: Lei intende ribadire che sono stati ritardati i pagamenti a una società non già per ragioni di regolarità contabile ma per motivi politici?

P.: Per quanto riguarda la Sanit sicuramente.

PM: Chi era presente a questi incontri politici? (Il pm non ha ancora ricevuto il cd con l’audio degli incontri, Ndr). P.: Michele Rossi (Dg dell’Asl), Ventucci (dirigente dell’Asl), l’avvocato Giacomo Papa, e Luigi Barone. PM: Tutti erano consapevoli di quanto lei ha detto? P.: Sì PM: A che titolo partecipavano alle riunioni? P.: Partecipavano in qualità di esponenti del Pdl vicini a Nunzia De Girolamo. PM: l’onorevole De Girolamo era a conoscenza di quanto lei ci sta dichiarando?

P.: Sì. Lei era presente a casa del padre a San Nicola Manfredi. PM: Lei in quell’occasione ebbe modo di dire che si trattava di atti illegittimi?

P: Ero l’unico a dirlo e mi riferivo alla gestione complessiva dell’azienda e agli affidamenti diretti effettuati anche per cifre di un milione di euro e che non sono stati effettuati perché l’ho impedito non fornendo documentazione a chi era stato incaricato di occuparsi di questa cosa.

PM: Faccia i nomi, date e circostanze.

P.: Avrei dovuto consegnare personalmente i documenti dei capitolati da predisporre all’avvocato Giacomo Papa che avrebbe operato le sue modifiche per poi consegnarle a me per l’Asl.

PM: Ma che c’entra Papa con il capitolato dell’Asl?

P.: Niente.

PM: Per conto di chi doveva predisporre questi capitolati l’avvocato Papa, dal lato delle imprese?

P.: Come impresa non lo so ma come committenza per conto del direttore generale Rossi e della deputata predetta (Nunzia De Girolamo, ndr).

PM: E’ successo solo in questa occasione?

P.: No abbiamo fatto anche altre riunioni (…) nel senso di comporre le commissioni mediche in maniera da renderle affini all’orientamento politico del direttore generale chiaramente per fini elettorali, avevano necessità di voti. Si fa proselitismo politico utilizzando la pubblica amministrazione e gli stipendi. PM: Si rende conto che lei sta accusando le persone del delitto di voto di scambio o quanto meno abuso di ufficio?

P.: Sì.

Torniamo a noi. Lo stessa Mastella, ha rilasciato un’intervista alla giornalista Conchita Sannino de La Repubblica, in cui si è messa altra carne al fuoco. E ad andarci di mezzo è stato, pensate, Renzi. Già perché Mastella esordisce così: “La signora ministro mi accusa di sciacallaggio? Io vado oltre, da politico di un’altra scuola mi rivolgo al segretario Renzi. Matteo, perché non parli di questa storia? Non mi dirai che il motivo è che Francesco Boccia, marito del ministro De Girolamo, si è schierato con te alle primarie?”. E chi sarebbe Francesco Boccia? A tracciarne un profilo sarcastico e dettagliato è questa volta il Corriere della Sera. Silvio Berlusconi pose la solita domanda che ho fatto poco fa a Nunzia De Girolamo, quando lei gli disse che voleva fidanzarsi… Lei spiegò al Cavaliere (il quale ricordiamo, era solito spedire bigliettini galanti alla Nostra, durante le sedute parlamentari) che Boccia era un deputato Pd  in carriera, ex democristiano, prodiano, quindi lettiano. Dopo il consenso del “capo”, i due si sposarono e tutto sembrava andare per il meglio. Sino a quando, per l’appunto, un cronista de Il Fatto riuscì a trovare quelle maledette “carte”.  Il caro Francesco Boccia, ora, in un lancio dell’agenzia Ansa, non la chiama più Nunzia e si limita a dire: “Il ministro spiegherà”. Possibile che si sia infuriato per aver appreso che lo storico fidanzato della De Girolamo, Antonio Tozzi, è stato da poco nominato direttore generale della Siam (Sistema informatico usato dallo Stato e dalle Regioni in materia di agricoltura) con uno stipendio di 175 mila euro l’anno?

Per chiudere questa lunga e triste telenovela politica, riportiamo un ultimo dettaglio dell’intervista rilasciata da Mastella alla Sannino, in cui la giornalista gli chiede se, l’ex ministro, si aspettava delle scuse dalla De Girolamo.

“E come potevo? La seconda parte di quell’sms era già chiara e nessuno la conosce… Io le mostrai che ero ferito per quel riferimento gratuito anche a mio figlio, oltre che per l’insulto. Lei sa cosa ha risposto? “Hai ragione. Ho detto sei una merda. Ho dimenticato di dire ‘Uomo’ di merda”.

Ah, però…



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