Attualità Italiana

Bersani, Renzi e Prodi gli fanno visita separatamente

Il segretario del Pd e l'ex premier sono andati oggi all'ospedale Maggiore di Parma. Prodi: "L'ho trovato bene. Ha una memoria migliore della mia"


Passata la paura e preso atto della riuscita dell’intervento chirurgico, per Pierluigi Bersani questi sono giorni di riposo. L’ex segretario del Partito Democratico ha ricevuto oggi la visita del suo successore, Matteo Renzi, e dell’ex premier Romano Prodi. I due hanno incontrato Bersani separatamente e in momenti diversi.
Intorno alle ore 17, Renzi è giunto all’ospedale Maggiore di Parma, dove Bersani è ricoverato dallo scorso 5 gennaio. Il sindaco di Firenze è entrato da un ingresso secondario, evitando così di incontrare i giornalisti presenti davanti all’uscita principale. Nessuna indiscrezione, dunque, sui contenuti della visita e se Bersani abbia detto qualcosa sull’incontro tenutosi ieri nella sede di via del Nazareno tra lo stesso Renzi e Silvio Berlusconi, con l’obiettivo di trovare un accorto sulla riforma elettorale.
Chi invece ha scambiato qualche battuta con i giornalisti presenti fuori dall’ospedale è stato l’ex primo ministro Romano Prodi. L’ex leader dell’Ulivo ha dichiarato di aver trovato in buono stato Bersani: “L’ho trovato bene. La sua memoria? Migliore della mia“. E sui contenuti della discussione: “Con Bersani abbiamo parlato di tutto, dall’Impero romano fino a oggi” ha aggiunto ironicamente Prodi.
Come si ricorderà, Bersani è stato ricoverato d’urgenza lo scorso 5 gennaio in seguito a un malore. Arrivato al pronto soccorso di Piacenza, è stato subito trasferito nel nosocomio parmense per un’emorragia cerebrale. I medici decisero per intervenire chirurgicamente e l’operazione ebbe esito positivo.
Da diversi giorni, i medici hanno dichiarato l’ex leader del centrosinistra fuori pericolo e in buono stato di salute. Per lui, nelle scorse settimane, sono arrivati gli incoraggiamenti dei colleghi politici, avversari e non, mentre dal web gli attestati di solidarietà si sono mescolati a deprecabili insulti.



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