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Letta si è dimesso, tocca a Renzi e alla sua ambizione smisurata. Al via le consultazioni

Puntuali sono arrivate le dimissioni di Enrico Letta. Napolitano è pronto a consegnare le chiavi dell'esecutivo a Renzi che fa della sua ambizione smisurata la sua forza


Per il premier uscente Letta, come un macigno, è arrivata la sfiducia della direzione del Pd. Da qui, le dimissioni presentate poche ore fa al Quirinale. Matteo Renzi, dopo averlo salutato con un flebile “grazie” e dopo averlo invitato a “stare sereno”, è pronto per comporre la nuova squadra di governo. 

Dopo una breve riunione del Consiglio dei Ministri, alle 13 in punto, Enrico Letta è salito al Quirinale per rassegnare le dimissioni da capo del Governo. Napolitano ha voluto anticipare il tutto (l’incontro era stato fissato per le 16) per poter cominciare subito le consultazioni. Il Quirinale in una nota spiega che le dimissioni del presidente Letta “conseguono necessariamente al deliberato assunto ieri – in forma pubblica e con l’espresso consenso dei presidenti dei rispettivi gruppi parlamentari – dalla direzione del partito democratico a favore di un mutamento della compagine governativa. Essendogli così venuto meno il determinante sostegno della principale componente della maggioranza di governo, il presidente del Consiglio ritiene che a questo punto un formale passaggio parlamentare non potrebbe offrire elementi tali da indurlo a soprassedere dalle dimissioni, anche perché egli non sarebbe comunque disponibile a presiedere governi sostenuti da ipotetiche maggioranze diverse”.

In un altro comunicato diramato nelle ore precedenti si legge: “Da parte sua il Presidente della Repubblica svolgerà nel più breve tempo possibile le consultazioni dei Gruppi parlamentari al fine di avviare la complessa fase successiva che dovrà condurre a una efficace soluzione della crisi, quanto mai opportuna nella delicata fase economica che il paese attraversa e per affrontare al più presto l’esame della nuova legge elettorale e delle riforme istituzionali ritenute più urgenti. Le consultazioni inizieranno oggi pomeriggio e si concluderanno nella giornata di domani”.

Da Letta a Renzi – Alle 18 di ieri, la direzione del Pd ha votato con 136 sì, 16 no (civatiani) e 2 astenuti un “nuovo” esecutivo. Dopo pochissimi minuti, Letta ha annunciato le sue dimissioni. L’uomo giusto per il Pd è il nuovo segretario Matteo Renzi. “Qualcuno – ha dichiarato Renzi durante il suo intervento in direzione – ha scritto in queste ore di ambizione smisurata di Renzi, di ambizione smisurata del Pd. Vi aspettate che io smentisca. Non lo farò. Io non smentisco: c’è un’ambizione smisurata che ciascuno di noi deve avere che è quella di pensare che l’Italia non può continuare a vivere nell’incertezza, nell’instabilità, nella palude e nel tentennamento”. Per il premier dimissionario ci sono poche parole di commiato, stringati ringraziamenti. Un “fatti da parte” sottinteso che denota tutta la tenacia del giovane probabile futuro presidente del Consiglio. Ennesimo presidente non eletto dal popolo.

Cosa accadrà? Forse nulla. Difficile pensare che si possa dare una svolta al Paese. Pippo Civati ha di certo fatto l’intervento più interessante della seduta di direzione del Pd affermando di non capire “perché cambiando premier dovremmo avere un destino diverso”. “Negli ultimi giorni – ha sottolineato Civati – si è assistito a una via di mezzo tra la Prima Repubblica e Shinig”. Capiremo meglio quale sarà il futuro del nostro Paese tra oggi e domani, grazie alle famose consultazioni. Forza Italia ha annunciato che si presenterà e chiaramente alla testa del partito ci sarà Silvio Berlusconi ma il presidente della Repubblica sembra orientato a dare presto l’incarico a Renzi per la formazione del nuovo esecutivo. Nuovo esecutivo, ma vecchia maggioranza: quella che di fatto ha sostenuto finora Enrico Letta e che vede Scelta Civica e Ncd al fianco degli esponenti del Pd. Per Sel nulla da fare, rimarrà all’opposizione, qualunque essa sia. Vendola, in una nota scrive: “Al presidente Napolitano andremo a dire che Sel è disponibile soltanto ad una operazione di discontinuità. Diremo al presidente che occorre cancellare la stagione della compromissione tra centrosinistra e centrodestra e avviare un risanamento economico fondato su un piano per il lavoro che non deve essere contro i lavoratori. Finora – conclude il leader di Sel – quelle di Renzi sono state mosse tutte sbagliate”.

Capitolo 5 stelle – Il Movimento di Grillo, invece, non andrà alle consultazioni al Quirinale. Lo ha deciso l’assemblea dei deputati pentastellati. I voti contrari alle consultazioni sono stati 62, 17 i favorevoli e 6 gli astenuti. Per i grillini si tratta di una vera e propria crisi “extraparlamentare” e, nei confronti di Napolitano, hanno presentato la richiesta di messa in stato di accusa. Beppe Grillo dal blog ha rincarato la dose: “Napolitano sceglierà Renzie (e non è un capriccio) che non è parlamentare, che non si è mai candidato nel ruolo di presidente del Consiglio durante le elezioni. Lo farà, come lo ha fatto per Monti e per Letta, ignorando il parlamento, la Costituzione e la volontà degli italiani per la terza volta”. Da qui l’invito al Colle a non avviare “il rito delle consultazioni”. Del tutto ignorato.

Dopo Monti, Letta; dopo Letta, Renzi. Quando potremo di nuovo avere un governo con le elezioni?

 



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