Attualità Italiana

Papa Francesco: Le parole possono uccidere, non calunniate il prossimo

Papa Francesco, nel corso dell'Angelus di oggi, ha ammonito i fedeli dalla tentazione di calunniare il prossimo, ricordando che anche le parole possono uccidere


Tradizionale Angelus domenicale, quest’oggi in piazza San Pietro, a Roma. Papa Francesco ha parlato alla folla, ricordando che non solo gli atti, ma anche le parole possono uccidere: “Non bisogna riversare sul prossimo il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia” ha ammonito il pontefice.
Papa Francesco ha oggi parlato della pericolosità delle parole, dette con cattiveria. Il pontefice ha in un certo senso parafrasato il detto che dice che le parole possono ferire più di una lama. Bergoglio, parlando alla folla ha dichiarato: “Anche le parole possono uccidere. Non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare sui di lui il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia“. Il Santo Padre ha suggerito ai fedeli di “non avere la lingua di serpente, di non sparlare e non fare chiacchiere, che possono uccidere la fama delle persone e avvelenare anche noi”. Il ponteficie si è spinto anche più in là: “Vi dico la verità – ha confidato il papa – sono convinto che se facciamo il progetto di evitare le chiacchiere, diventiamo santi“.
Il papa ha poi sottolineato come sia importante non soltanto rispettare formalmente le leggi, ma scendere anche al cuore dei precetti: “Cristo non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore – ha ricordato il Papa -. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie“. Secondo Bergloglio, quindi, per “ottenere comportamenti buoni e onesti non bastano le norme giuridiche, ma occorrono delle motivazioni profonde, espressione di una sapienza nascosta, la Sapienza di Dio, che può essere accolta grazie allo Spirito Santo e  noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito, che ci rende capaci di vivere l’amore divino”.



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