Attualità Italiana

Fecondazione assistita: la Legge 40 compie dieci anni

La legge 40 è la normativa in tema di procreazione assistita più contestata di sempre: ha subito più e più volte varie modifiche nel contenuto della disciplina. Nonostante tutto, compie 10 anni


La legislazione sulla fecondazione assistita italiana rappresenta la normativa in materia più restrittiva d’Europa. Nata 10 anni fa, nel corso del tempo è stata soggetta a diversi rimaneggiamenti ed è stata oggetto anche di referendum popolare. Ma nonostante tutto, anche se profondamente modificata, è ancora vigente e funzionante.

L’attuale legge che disciplina la procreazione artificiale ha perso per strada molti divieti in 10 anni della sua esistenza. Sulla normativa è intervenuta 28 volte la magistratura: dai tribunali, alla Corte Costituzionale, fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ma gli interventi modificativi non sono ancora terminati del tutto. Infatti, per il prossimo aprile, è prevista una nuova revisione da parte della Consulta che si pronuncerà sul divieto di fecondazione eterologa e l’opportunità di usare o meno gli embrioni non idonei per scopi scientifici. La normativa sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) oltre a rappresentare la disciplina più restrittiva del continente europeo, non tiene conto delle regole della scienza e nemmeno delle condizioni fisiche dei malati che si sottopongono alla procedura di inseminazione artificiale . Nel 2005 i Radicali ottennero il Referendum abrogativo che, però, non riuscì a superare il cosiddetto quorum: andò a votare solo un quarto degli aventi diritto: un nulla di fatto. Il primo Tribunale a pronunciarsi sulla legge 40 fu quello di Catania che nel 2004 negò il diritto alla diagnosi preimpianto ad una coppia portatrice di betatalassemia. Il colpo duro venne inferto dal Giudice delle Leggi nel 2009 con la rimozione dell’obbligo di contemporaneo impianto degli embrioni prodotti . Il risultato delle modifiche alla Legge 40 è stato quello di spingere molti italiani a provvedere altrove. Diverse sono state le coppie, magari benestanti, che si sono rivolte a centri medici specializzati esteri. Ma per i meno abbienti la situazione è rimasta comunque difficile da affrontare. Si è creata una notevole disparità di trattamento tra coloro che potevano permettersi di rivolgersi altrove ottenendo il risultato voluto e quelli che, non avendo buone disponibilità economiche, hanno vissuto un disagio nelle proprie aspirazioni genitoriali. Molte furono i ricorsi contro la Legge 40 e diverse controversie furono assistite legalmente dall’Associazione Luca Coscioni . Una delle ultime battaglie davanti al Tribunale consentirà la pratica della fecondazione in vitro anche alle coppie fertili, ma portatrici di patologie genetiche. Dunque, la Legge 40 compie gli anni, ma in questi dieci anni, quanti genitori potenziali hanno dovuto rinunciare al sogno e, soprattutto, al diritto di avere un bambino?



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