News e Cronaca

Caso Ragusa, le lettere di Roberta ad Antonio Logli

Le lettere di Roberta Ragusa al marito Antonio Logli: ecco cosa scriveva la donna prima della sua scomparsa


Le lettere di Roberta, le lettere di una moglie disperata, di una moglie stanca, di una donna umiliata. Sono le lettere di Roberta Ragusa che ci raccontano di una crisi di coppia, di un matrimoni finito, di un Antonio Logli che non ha nessuna voglia di pensare insieme a lei alla sua famiglia. Queste lettere rappresentano le ultime novità sul caso, due lettere che potrebbero significare molto. Vivevano da separati in casa, lui aveva un’amante ma lei non lo sapeva. Lei si sfogava con le amiche, lui non dice niente dopo la scomparsa di lei. Parla di un matrimonio sereno, di una famiglia come tante ma invece non era così.

Vi riportiamo parte di una delle lettere di Roberta, pubblicata sul Tirreno

“Sono stanca, stanca, stanca… sono stanca dei soliti battibecchi sui soliti quotidiani argomenti, stufa di chiederti quello che qualsiasi compagno con un po’ di buonsenso capirebbe al volo. Esasperata dal tuo modo di rispondere sempre fingendo di non capire o travisando la realtà dei fatti. Non ne posso più del modo in cui ti comporti con tutti noi, quasi sempre inopportuno, inadeguato, irritante. Non fraintendermi, io ti voglio bene e ti auguro ogni bene, ma la fiamma si è spenta, non abbiamo fatto nulla per mantenerla accesa. Vorrei essere ogni tanto al centro della tua attenzione, sapere che ti dispiace di vedermi stanca, spossata, esausta. Di vedere che privo me stessa di tutte le cose personali. Ma tu vivi la tua vita, coltivi i tuoi interessi, fuori di qui, fuori da me. Non ti ricordi mai di nulla. Non un fiore quando è nato (…) e sarebbe stato così anche alla nascita di (…) se non te lo avesse suggerito un’altra persona. Anche oggi, per esempio, non ti sei ricordato il nostro anniversario: l’ennesima delusione. Ho finito, so che non ami leggere, perciò lo fermo questo fiume di parole che sicuramente ti lasceranno indenne, intonso nel tuo presuntuoso cinismo, nell’alta opinione che hai di te. Ma non importa, non più. Baci, Roberta”.



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