Attualità Italiana

Benetton campagna Unhate, il perché di quei baci

E’ a dir poco straordinaria la nuova campagna pubblicitaria della Benetton: non si tratta solo di un modo per attirare l’attenzione sulla nuova collezione ma di ben altro.


Benetton Unhate è la nuova pubblicità del noto marchio di abbigliamento che sta facendo discutere, come già è accaduto altre volte in questo ambito, il mondo intero. La United Colors of Benetton ha scelto di stupire con le foto che tutti abbiamo già visto. Una pubblicità di certo choc, soprattutto per l’immagine che ritrae un bacio sulle labbra tra papa Benedetto XVI  e l’Imam della moschea del Cairo, Ahmed el Tayyeb. Ovviamente si tratta di fotomontaggi perfetti, come quello tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, o ancora quello tra il presidente Obama e Hu Jintao.

Unhate sta per non odio e le gigantografie srotolate rispettivamente su Ponte Castel Sant’Angelo, vicino San Pietro, l’altra a Milano davanti la Borsa e l’ultima in piazza Duomo, hanno un significato che va ben oltre il volere scandalizzare e richiamare l’attenzione sulla collezione autunno inverno 2011 2012 della Benetton. Di certo una provocazione, soprattutto quella che riguarda il Pontefice… Non a caso dopo la reazione del Vaticano, che non ha di certo gradito, le immagini in questione sono state ritirate, ma resta il perché di questa scelta.

Lo scossone non conduce ad un generico discorso sul non odio ma la Benetton, ovvero i creativi di Fabrica, in collaborazione con la Fondazione sosterranno talento e lavoro di giovani che hanno la sfortuna di vivere dove l’odio ha portato solo ad ingiustizie sociali e a conflitti. Un progetto che verrà sviluppato in Israele, Palestina, passando anche dalla favelas brasiliane, dove i bambini diventano assassini non per loro scelta. Sconfiggere l’odio che coinvolge minoranze etniche e degrada intere città.

La Fondazione è pronta a promuovere anche progetti di artisti che in vari ambiti, opere d’arte e musica, cercano di diffondere la cultura della tolleranza.



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