Attualità Italiana

Lettera della mamma di Lucia, neolaureata suicida in Calabria

Lucia giovane neolaureata calabrese si suicida, la mamma scrive Il Quotidiano: ecco la sua lettera


Morire giovani, morire perchè un sogno non si realizza, morire perchè la società che ci circonda non è pronta a soddisfare le nostre esigenze e noi non siamo pronti a piegarci ai compromessi, morire perchè si nasce in Calabria e si decide di continuare a starci. Questo è quello che è successo a Lucia, una giovane neolaureata in ingegneria in Calabria. Lucia si è suicidata stanca di una vita che non le dava quello che lei avrebbe voluto. La mamma vuole che la storia di Lucia possa essere d’esempio e scrive una lettera aperta a un quotidiano calabrese. Noi vogliamo riproporla per fare in modo che questa storia non cada nel dimenticatoio.

La lettera della mamma di Lucia:

“…Non so cosa le scriverò, so solo il “perché”.
Non si può banalizzare e liquidare il suo gesto come un suicidio dettato dalla depressione, come ha scritto qualche giornale; merita rispetto e maggiore attenzione.
Si parla di imprenditori che ricorrono al gesto estremo, parliamo anche dei giovani: questi giovani che noi abbiamo generato, ma che non siamo in grado ora di accompagnare nel loro percorso di speranza. Mia figlia non è mai stata banale, ha vissuto il suo breve tempo alla ricerca di qualcosa che noi, NOI TUTTI, non sappiamo più offrire a chi, come lei, vive la condizione di giovane.
Lei sì, lei sì che si è sempre impegnata, fiduciosa nei nostri insegnamenti, sicura che il merito avrebbe pagato. Ha sempre dato senza mai chiedere… ecco… senza mai chiedere. E invece avrebbe dovuto farlo, avrebbe dovuto chiedere che i suoi diritti, conquistati con impegno e sacrifici, venissero onorati.
Laureata in Ingegneria gestionale, in condizioni molto difficili, con il massimo dei voti, 110/110, si è trovata a doversi accontentare di un lavoro che non era il suo, poco retribuito, si è trovata a doversi prendere cura della sua piccolina di appena due anni, affrontando tutte le difficoltà che già conosciamo noi donne… e noi donne del Sud. E’ bella come il sole, la sua intelligenza non è stata scalfita neppure dal volo liberatorio, ma era sola! Ci adorava tanto quanto noi, familiari e amici, tanti, adoriamo lei, ma era sola! Aveva un solo difetto: portare un cognome anonimo e credere nella meritocrazia. Ingenua lei, colpevoli noi che sapevamo che le cose non vanno esattamente così… E’ sempre stata onesta, non ha mai cercato compromessi, si è sempre messa in discussione, troppo, e ci ha dato sempre il massimo… o forse no, perché, ne sono certa, se non l’avessimo uccisa, TUTTI, ci avrebbe dato di più. Perché lei è così, ha dato, sempre, senza neanche volerlo, così, naturalmente, come respirare, bere, vivere. Perché lei è così! “

Continua così la lettera:

E’ il gesto che ogni giovane potrebbe fare, soprattutto se giovane del Sud, questo Sud divorato negli anni – quanti 150? – da lupi famelici, da burattini – burattinai, da gente mediocre e servile, da chi chiede “per favore” ciò che dovrebbe chiedere “per diritto”, da gente incapace di governarci, da gente che bada a far quadrare i bilanci, da gente che mette al potere quei servi che dicono sempre di sì e che legano a sé con le complicità del malaffare e dei facili e lauti guadagni. No, non poteva vivere in quest’Italia asservita, e non poteva neanche allontanarsene, voleva semplicemente vivere nella sua Calabria, dov’era amata dai suoi innumerevoli amici.
E’ una colpa da pagare a così caro prezzo? Se è così, giovani, andate via, andate via e abbandonate questa Terra, noi non vi vogliamo!… E voi , mamme, non consentite che questo mostruoso Leviatano divori i nostri figli. Lottiamo insieme a loro, nella legalità, per i loro diritti, e chiediamo a testa alta ciò che è loro dovuto!”



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