Attualità Italiana

Ilva: otto operai colti da un malore misterioso

Otto operai si sentono male all'Ilva di Taranto: nel frattempo i dati sui tumori sono cresciuti in un solo anno.


Si continua a parlare dell’Ilva di Taranto e, purtroppo, si parla ancora di malesseri: secondo le ultime notizie nella giornata di ieri sono stati visitati nell’infermeria di stabilimento ben otto operai del tubificio 1 che oggi intorno alle ore 16 hanno avuto un lieve malore, accompagnato da nausea e bruciore di stomaco. Gli accertamenti sanitari sono ancora  in corso per cercare di capire cosa è successo. L’Ilva ha emesso un comunicato in cui ha spiegato che “altri 17 operai del reparto sono stati visitati per sicurezza ma non hanno avuto alcun sintomo. Nel pomeriggio si era verificato un disservizio al sistema di depurazione delle acque causato dalla marcia ridotta dell’impianto – prosegue il comunicato – Per questo motivo nella zona prova idraulica si sono verificati cattivi odori che potrebbero essere all’origine dei sintomi”. “L’impianto e’ stato fermato per sicurezza” – conclude l’Ilva – E’ stata informata immediatamente la Asl di Taranto”. Solo il giorno prima un operaio dell’acciaieria  Giuseppe Raho, di 34 anni, era rimasto ustionato: aveva infatti subito ustioni di primo grado in seguito allo scoppio delle scorie incandescenti di un contenitore denominato ‘paiola’, all’interno del reparto Grf (Gestione recupero ferro), uno di quelli sottoposti a sequestro dalla magistratura.

Nel frattempo si continua, purtroppo, a parlare di cancro: sono infatti usciti i dati relativi alla spesa sanitaria sostenuta dai tarantini per combattere il cancro nei primi 6 mesi del 2012. I dati fanno rabbrividire: nel primo semestre del 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente nella Asl di Taranto si e’ registrato un aumento di spesa pari a circa 1 milione di euro per farmaci antitumorali. Complessivamente si e’ avuto un incremento di spesa di circa 1,5 milioni di euro per i medicinali innovativi per la cura di varie patologie: tra questi, i farmaci anticancro incidono per circa il 60%.  Dati che lasciano ovviamente senza parole e che continuano ad alimentare il dibattito attorno alla chiusura dello stabilimento.

 



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