Attualità Italiana

Imu, Grilli contro il Consiglio di Stato: “Anche la Chiesa paghi”

La battaglia continua: è giusto o no che anche la Chiesa paghi l'Imu?


È una vera e propria battaglia aperta tra il ministro dell’economia Vittorio Grilli e il Consiglio di Stato, sulla questione che riguarda il pagamento dell’imposta sui beni immobili, l’Imu, anche per gli enti non commerciali. Nella fattispecie, anche per il Vaticano e tutti gli immobili posseduti dalla Chiesa. Vi avevamo raccontato ieri che il decreto del ministero dell’economia (che prevedeva il pagamento dell’Imu anche per la Chiasa) era stato “bocciato” dal Consiglio di Stato, con il seguente parere: “Non è demandato al Ministero  di dare generale attuazione alla nuova disciplina dell’esenzione Imu per gli immobili degli enti non commerciali. Sulla base di tali considerazioni deve essere rilevato che parte dello schema in esame è diretto a definire i requisiti, generali e di settore, per qualificare le diverse attività come svolte con modalità non commerciali. Tale aspetto esula dalla definizione degli elementi rilevanti ai fini dell’individuazione del rapporto proporzionale in caso di utilizzazione dell’immobile mista “c.d. indistinta” e mira a delimitare, o comunque a dare una interpretazione, in ordine al carattere non commerciale di determinate attività”. Ma il ministro dell’Economia Vittorio Grilli non ci sta e continua la sua battaglia: “Assoggettare tutti i soggetti all’Imu è uno degli obiettivi del Governo, e troveremo le soluzioni tecniche appropriate”, ha dichiarato. In realtà la battaglia è veramente controversa in quanto, almeno in teoria, il parere del consiglio di Stato è insuperabile da parte del Governo. Tuttavia il Sole 24 ore propone due strade per superare la questione:  “modifica della normativa esistente, o nuova normativa che trasporti in legge il testo bocciato dal Consiglio di Stato. In entrambi i casi il fatto resta: il decreto, scritto dal governo, concedeva un certo potere al ministero che poi lo stesso ministero ha cercato di aggirare. Un curioso caso di auto-truffa, un tentativo ben strano, da parte del “governo dei tecnici”: secondo Marini, il regolamento era pregevole perché “eliminava dubbi e metteva ordine”, ma non può essere sfuggito al governo il fatto di non avere il potere per emanarlo senza farsi censurare dalla giustizia amministrativa. I Radicali Italiani già promettono di denunciare l’inaccettabile perdita di tempo. Perché il governo ha male applicato una norma scritta da se stesso?”

 



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