Attualità Italiana

Anonymous: pubblicati online documenti riservati della Polizia

Il sito della Polizia è stato violato e sono finiti online moltissimi documenti riservati: da email a buste paga, a numeri di cellulare privati.


È solo l’ultima “hackerata” di Anonymous Italia, il gruppo di hacker-attivisti che si fanno sentire bloccando siti internet o mettendo in piazza documenti riservati. Questa volta ad essere violato è stato il sito della polizia. Gli hacker hanno infatti diffuso su internet alcune migliaia di documenti che dicono di aver prelevato proprio dai portali della Polizia di Stato. Online è finito di tutto e di più: verbali di manifestazioni, numeri di cellulari privati, email personali, buste paga, e quant’altro. Per il momento non ci sono delle dichiarazioni da parte della polizia, che sta facendo i dovuti controlli per verificare la documentazione pubblicata dal gruppo di hacker-attivisti. Sul blog di Anonymous, nel frattempo, è comparso questo post: “Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, documenti, verbali e molto altro”.

“Siamo in possesso di una notevole mole di materiale: ad esempio documenti sui sistemi di intercettazioni, tabulati, microspie di ultima generazione, attività sotto copertura; file riguardanti i Notav e i dissidenti; varie circolari ma anche numerose mail, alcune delle quali dimostrano la vostra disonestà (ad esempio una comunicazione in cui vi viene spiegato come appropriarvi dell’arma sequestrata ad un uomo straniero senza incorrere nel reato di ricettazione)”, scrivono, e continuano: “Il livello di sicurezza dei vostri sistemi, al contrario di quanto pensassimo, è davvero scadente, e noi ne approfittiamo per prenderci la nostra vendetta”. I documenti sono stati diffusi in una serie di cartelle, pubblicati anche sul sito Paranoia (raggiungibile all’indirizzo www.par-anoia.net) e altri indirizzi web. Tuttavia c’è da ricordare che non è la prima volta che gli attivisti italiani compiono attacchi di questo tipo, contro le forze dell’ordine: nel luglio del 2011 gli attivisti di Anonymous annunciarono di essersi impadroniti di file dell’agenzia anticrimine italiana su diverse organizzazioni internazionali, per un totale di oltre 8 gigabyte.

 



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