Attualità Italiana

Sicilia, figlio del Pm nel mirino di un boss mafioso: ha 9 anni ma deve morire

In Sicilia, dal carcere, un boss mafioso ha predisposto l'uccisione di un Pm e di tutta la sua famiglia, compreso il figlioletto di appena nove anni: l'uomo ha dato ordine ai suoi scugnizzi per punire colui che lo ha fatto finire in carcere...

finestre carcere


Mancu a semenza ave a ristari (neanche il seme deve restare), se c’è il figlio maschio con lui, ancora meglio: con questa terribile frase un boss mafioso rinchiuso in un carcere siciliano avrebbe ordinato ai suoi scagnozzi l’uccisione di un Pm e di tutta la sua famiglia, compreso il figlioletto di appena nove anni. A riportare il tragico fatto, specchio fedele di quello che purtroppo quotidianamente accade ancora in Italia, è il quotidiano La Repubblica che spiega il perché di una frase così forte. Il Pm in questione avrebbe sventato il piano diabolico del boss mafioso, ovvero quello di pentirsi (fintamente) solo per sfuggire alla galera e non per collaborare davvero con lo Stato. E allora eccolo, il motivo di così tanto odio nei confronti del procuratore che ha osato scompaginare i suoi piani.

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Ad alcuni compagni di cella, il boss mafioso avrebbe dunque detto di voler fare fuori tutta la famiglia del Pm, per dargli una sonora punizione per avere osato anche solo affrontarlo. E nella spedizione punitiva sarebbe dovuto rientrare anche il figlioletto di appena nove anni, considerato adesso in serio pericolo insieme al resto della famiglia. Immediatamente, dopo essere venuto a conoscenza del fatto, il comitato per l’ordine e la sicurezza ha disposto la tutela per figli e moglie del Pm anche quando si muovono autonomamente.

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Insomma sotto scorta tutta la famiglia, considerata in serio pericolo di vita. Perché se è vero che l’uomo è in carcere, è vero anche che fuori può contare su una rete di fedeli scugnizzi pronti a eseguire qualsiasi suo ordine, anche il più crudele. Purtroppo non è la prima volta che ci capita di affrontare un caso del genere e lo sanno bene quegli uomini che, ogni giorno, combattono la mafia sul campo. Una guerra durissima destinata a portare sempre sangue e distruzione.



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