Attualità Italiana

Omicidio Pordenone: Giosuè Ruotolo scrive una lettera a Quarto Grado

Nella puntata di Quarto Grado in onda il 23 ottobre 2015 si legge una lettera scritta da Giosuè Ruotolo che chiarisce il suo punto di vista su alcune questioni in sospeso


Una sola persona iscritta ad oggi nel registro degli indagati, una sola persona su cui indagare? Giosuè Ruotolo è davvero l’assassino di Teresa e Trifone? Ha davvero ucciso il suo amico e la sua fidanzata e poi ha portato anche la bara nel giorno del suo funerale in spalla? Giosuè Ruotolo si è da sempre detto estraneo ai fatti e ha sempre detto che la verità su quella sera, almeno per quello che riguarda lui, sarebbe uscita senza nessun problema. Ma più si scava più emergono circostanze che sembrerebbero dimostrare, non la sua colpevolezza, ma il fatto che in merito al giorno dell’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, abbia raccontato diverse bugie. Nella puntata di Quarto Grado in onda il 23 ottobre 2015 ascoltiamo una lettera del Ruolo, breve ma significativa perchè chiarisce alcune questioni in sospeso.

“Sono dispiaciuto per quanto é stato riferito in merito a fatti legati alla famiglia Ragone: non mi sono mai recato nella loro abitazione prima del tragico evento per cene o altro e dopo il trasferimento di Trifone i nostri rapporti erano rimasti di cortesia, smentisco, dunque, uscite in pub o pizzerie assieme a lui” il militare si riferisce al racconto dei genitori di Trifone che dicono di averlo conosciuto e ospitato nella loro casa in provincia di Bari.

E ancora continua: “Sopratutto sono dispiaciuto per una mia presunta richiesta di 25€ alla famiglia Ragone che mi sarebbero stati dovuti per il saldo di un pregresso debito del mio commilitone Trifone. Preciso nel modo più assoluto di non aver mai compiuto una tale richiesta e ritengo offensivo attribuirmi un fatto di così basso valore morale”. La mamma di Trifone ha raccontato che il giorno del funerale Ruotolo l’avrebbe avvicinata dicendogli che suo figlio gli avrebbe dovuto dare 25 euro, la donna, seppur sconcertata dalla richiesta, dice agli inquirenti che stava per prendere i soldi quando un altro ragazzo le disse di lasciar stare che era una buffonata. Perchè la mamma di Trifone avrebbe dovuto raccontare una cosa non vera sapendo che c’è anche una terza persona che può confermare o smentire questa circostanza?

Le poche righe si concludono con questa frase:  “Provo rispetto nei confronti della famiglia Ragone per l’immenso dolore che la stessa sta vivendo. Chiedo nel contempo che sia rispettato anche il dolore mio e dei miei familiari per il coinvolgimento in questa triste vicenda della quale mi sono da sempre ritenuto estraneo”.



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